DISTRAZIONI #72
Com'è andato Distrazioni Swap? Ma anche: ragazze omicide, un fumetto allucinato e lucidissimo, l'arte di osservare, l'arte e basta, ecc. ecc.
Ciao! Come state? La sentite anche voi quest’aria di primavera? Qualche giorno fa ho avuto il piacere d’incontrare di persona una lettrice di questa newsletter e non so dire che gioia mi abbia dato - tra le tante - sentire che questo spazio ha la possibilità di sconfinare nel reale, diventare un bicchiere di vino in una serata di pioggia e tre ore di chiacchierata ininterrotta. Prima di diventare sentimentale volevo insomma dirvi grazie di essere qui e di costruire insieme a me. Bene, cominciamo!
1. Per tutti coloro che hanno partecipato al primo Distrazioni Swap, oggi è l’ultimo giorno per inviare la vostra busta. Ma ditemi:
Io devo dire che ho attraversato tutte le fasi: entusiasmo, ansia da prestazione, soddisfazione e voglia di preparare già il prossimo scambio. (Laura se non vuoi spoiler salta al punto 2). Ho preso l’occasione per fare la mia lista in formato zine, dato che da tanto volevo crearne una ma mi mancava un po’ l’ispirazione. È stato liberatorio arrivare al punto in cui la necessità di fare bene è stata sorpassata dal piacere di fare. Per me il processo è davvero terapeutico. Se voleste cimentarvi: ecco un tutorial di Austin Kleon per la struttura, e la pagina di Malaka Gharib, che usa le sue zine per raccontare qualsiasi cosa.
2.
è una newsletter che tratta di cultura digitale e società. Ho iniziato di recente a esplorare il suo archivio ed è stata una scoperta di quelle felici, che ti fanno proprio venire voglia di dire grazie alle persone che, come Priscilla De Pace, mettono a disposizione il loro lavoro, fornendoci una chiave ulteriore per leggere la contemporaneità. Lascio alcuni articoli che per me sono stati illuminanti: Mediocrità premium, L’era del sarcasmo magico, Reincanto.3. Ho finito Hoarders di Caligaris e riporto l’accurata definizione che fa del suo stile Matteo Contin, nell’introduzione: “Caligars crea un rumore di fondo perpetuo che distrae chi legge, come un martello pneumatico che punta agli occhi e non alle orecchie.” Nelle pagine intricate di linee sottilissime ci troviamo catapultati in un mondo post-apocalittico in cui la politica ha decretato i potenti e gli emarginati, e noi non possiamo che seguire i personaggi di questa società disperata chiedendoci cosa succederebbe se l’umanità decidesse di esprimere completamente la sua sete di potere. Chiudendo il fumetto l’ho un po’ odiato. Io che qualcosa di buono devo trovarlo sempre per non precipitare. Ma la rabbia che puoi provare per quello che nel libro viene denunciato, quella sì, alla fine credo sia una cosa buona.
4. Almeno una volta al giorno, da quando Anna me l’ha mandato, guardo questo video di Giacometti.
“Ma lei come giudica in generale le sue opere?”
“Male, beh son tutte scadenti.”
“E questa è la forza dell’artista no? Di continua ricerca.”
“Ma no, non sono riuscite. Son delle ricerche mancate.”
E continua:
“Bisogna avere una bella dose d’imbecillità per continuare. Vedendo che non so far niente dovrei smettere. Con un po’ più d’intelligenza smetterei.”
Ricordiamo che la sua L’Homme au doigt ha detenuto il record per la scultura più costosa al mondo, venduta per 141 milioni di dollari.
5.
ci propone sei dei suoi taccuini preferiti di autori su Substack. Rimango sempre affascinata da quanti modi diversi ci sono di registrare informazioni e pensieri.6. Insieme ai diari e le case degli altri, un’altra cosa in cui mi perdo volentieri sono i racconti delle professioni. Nel podcast Dietro le quarte. Il lavoro sui libri raccontato da chi li fa. gli studenti di un master in editoria intervistano le figure che operano in quel mondo. Ed ecco un nuovo contenuto che si aggiunge alla mia personale lista di “se solo avessi avuto certe informazioni mentre la studiavo io, editoria all’università”. Ma può essere che fossi solo un po’ meno abituata a cercare quello che mi serviva.
7. Kate Bingaman-Burt è un’artista che dal 2006 disegna ogni giorno qualcosa che ha comprato. Foglio bianco, penna nera, ha iniziato il progetto come forma di “punizione” (disegnava gli estratti conto della sua carta di credito) e perché il disegno era la forma d’arte che le piaceva di meno. Ora è diventata la sua cosa preferita e credo che sia bellissima.
8. “Guarda, ho scoperto questa rivista finlandese che secondo me ti piacerà un sacco”, mi dice Camillo, e così vengo a conoscenza di The city is ours, una serie di 6 pubblicazioni che ci invita a guardare lo spazio che ci circonda con occhi nuovi. Ogni numero è tematico: c’è la collezione di chewing gum appiccicate in giro, quella dedicata ai tombini, quella delle superfici danneggiate, i graffiti rimossi o - la mia preferita - la raccolta dei poster strappati. Fun fact: come faccio sempre quando m’interessa un progetto, clicco sulla sezione About, ebbene salta fuori che la rivista finlandese è opera di SerraGlia, nome d’arte di Lorenzo Servi, architetto e visual designer nato a Pesaro, che vive a Helsinki dal 2009. Amo già tutto di questa storia. Se v’interessa il tema dell’osservazione, è sempre attuale anche il manuale The art of noticing di Rob Walker.
9. Abbiamo guardato Lady Macbeth, che con il dramma di Macbeth non c’entra nulla, ma è invece liberamente ispirato al racconto Lady Macbeth del Distretto di Mcensk, dello scrittore russo Nikolaj Leskov. Una sceneggiatura che ti fa dimenticare di essere davanti a uno schermo, una ventenne Florence Pugh magnetica e spietata, e poi le atmosfere che mi hanno fatto subito pensare a Il prodigio e Gli spiriti dell’isola.
10. A proposito di ragazze con una certa personalità, ho iniziato ad ascoltare Lady Killers, un podcast BBC dove la conduttrice Lucy Worsley, insieme ad un team di investigatrici, esamina gli omicidi compiuti da donne durante l’età vittoriana. Uno spaccato culturale e storico molto interessante, oltre al tema psicologico. Una nota: non c’è il “dramma” che ci si potrebbe aspettare, risulta più come una sorta di serie crime d’intrattenimento.
Per questa settimana è tutto. Fatemi avere vostre sullo Swap (finalmente Substack ha implementato i messaggi diretti, che trovate nella tab Chat, quindi potete anche scrivermi in privato dalla piattaforma o dall’app) e statemi bene. ✨
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A presto,
Veronica