Ciao, come state? Innanzitutto: è il 6 febbraio. Ciò significa che anche quest’anno abbiamo superato il Giorno della Marmotta e non dobbiamo fare altro che proseguire con le nostre esistenze. Fatta la necessaria premessa, direi di cominciare con questa puntata che vedrete essere praticamente scritta da voi.
La cosa che mi piace è questa fame d’intensità (…) A me piacciono le persone che sono ambiziose di senso della vita, di giustizia nel mondo, di bellezza.
1. Ho ascoltato Wild Baricco, un’intervista di oltre due ore di Matteo Caccia (Il Post) allo scrittore. Ho letto pochi suoi libri e non l’ho mai seguito da vicino, per cui ho ascoltato con molta curiosità e apertura, ritrovandomi a prendere parecchi appunti. Questo lungo podcast è nato per volontà dello stesso Baricco che sentiva la necessità di celebrare Abel, sua ultima uscita, con una chiacchierata su tutto quello di cui non aveva mai parlato. Si va così dalla fondazione della scuola Holden al suo lavoro per Matteo Renzi, si parla della cultura poco accessibile, del suo legame col pianoforte, della religione spazzata con un colpo di spugna dalla lettura di Aurora di Nietzsche, dell’unico anno in cui ha lavorato come autore per la televisione. Racconta poi della sua lontananza (“non sono stato capace di stare vicino a niente”), dell'infelicità come risultato della nostra incapacità di lasciare andare, fino al suo essere in costante disaccordo con Michela Murgia sulla modalità di trattare l’ingiustizia.
C’è una frase che io patisco molto: “se non ti schieri, stai con gli altri.” (…) Questa roba qua è profondamente falsa, violenta e aggressiva, e ogni volta che viene tirata fuori il mondo è peggiore, anche da persone che lo vogliono rendere migliore. (…) Cambiare il mondo è un’operazione farmaceutica, la devi fare bene, ci vuole della precisione. Spesso c’è imprecisione. Perché tanto la motivazione è buona, il messaggio è giusto. (…) Questo mi ha spesso messo in difficoltà.
Se avete un bel viaggio in auto o in treno che vi attende, per me è stato un ascolto molto interessante, scomodo a tratti.
2. Domenica sono stata al festival di Microeditoria del fumetto alla Rocca di Orzinuovi (BS) ed è stata un’iniezione di energia. Piccoli editori, fumetti indipendenti, illustratori pazzeschi (tra cui le mie compagne di viaggio, Anna e Gaia, che in quest’occasione non hanno esposto ma senza le quali non avrei mai sentito di questo evento stupendo, per cui io i link ai loro lavori ve li metto perché meritano sempre). È stato veramente difficile scegliere con che libri tornare a casa. Per quando la ripeteranno, consiglio molto. (L’illustrazione in apertura di questa puntata è di uno degli autori che ha disegnato sulle vetrine dei negozi della città bresciana per il festival).
3. We are the world: The greatest night in pop è il documentario di fresca uscita che racconta il dietro le quinte della canzone diventata hit mondiale nel 1985 e rimasta fotografia di un’epoca per molti anni a venire. So che tra i lettori ci sono tanti creativi, producer, persone che si occupano dei contatti con i talent, gestione della logistica, e so quanto per tutti noi, nel nostro piccolo, sia spesso stata una fatica immane gestire anche solo una personalità ingombrante, per poi lasciarsi andare alla soddisfazione (spesso molto tempo e maledizioni dopo) di avercela fatta. Immaginate ora di prendere il telefono in mano (perché parliamo di un’epoca pre-smartphone e whatsapp) per invitare 45 superstar americane a cantare un pezzo per beneficienza da registrare in una notte, dopo la serata degli American Music Award - perché altrimenti come diamine fai a metterle d’accordo tutte su un giorno e un’ora? Ecco, il film mostra proprio come sia stato possibile passare dall’idea alla realizzazione, non senza il classico momento di panico “ehm, per scrivere la canzone avete un po’ meno tempo del previsto.” Tra gli aneddoti incredibili e l’elettricità che si percepisce anche a 39 anni di distanza, il migliore per me rimane Bob Dylan che per capire come cantare la parte si è fatto fare l’imitazione della propria voce da Stevie Wonder.
4. Nell’ultima newsletter di
ho scoperto la storia di Gary Halbert, “il più grande copywriter della storia” - almeno secondo le parole dello stesso Halbert. La mia citazione off-topic preferita, tra quelle riportate:Bada a tua madre. Bada alle altre persone. Quanta frutta mangiano? Poca immagino, è importante.
5. Questo punto solo per ammettere che continua il mio problema con la cancelleria (un saluto alla me bambina che da grande voleva fare la cartolaia). Craftelier faceva i saldi, nel frattempo sono uscite le box di gennaio e febbraio di paperplane e niente, ho ceduto. Scrivendo queste tre righe mi è venuta un’idea:
6. Sinceramente, abbiamo ancora voglia di alimentare la rabbia? Non un articolo scientifico ma delle parole molto oneste da parte di
. Abbraccio il suo punto di vista e mi ripeto come un mantra:Voglio disfarmi di moltissime cose, più o meno materiali, ma non voglio in alcun modo che sia questo tempo immemore e sciatto a darmi indicazioni su cosa selezionare.
7. Ho cominciato a guardare Fargo su consiglio entusiasta di un amico arrivato alla quinta stagione. Molto coinvolgente, amo il cast (d’altra parte tra i produttori esecutivi ci sono gli stessi fratelli Coen dal cui film omonimo questa serie è ispirata), qualche volta mi è caduta per la costruzione secondo me un filino esagerata delle “coincidenze”, ma la sto guardando con molto piacere (e ansia). Grazie Anto.
8. Giacomo di
conclude la recensione dedicata a La Martellata con queste parole:Se vi chiedete che senso abbia tirare della zuppa alla Gioconda, beh questo è il podcast per voi.
Parole che io rubo per introdurlo a chi di voi non avesse avuto il piacere di ascoltarlo. In 45 minuti suddivisi in 3 puntate si ripercorre l’evento che ha visto Piero Cannata dare una martellata all’alluce del David di Michelangelo alle Gallerie dell’Accademia di Firenze. Dopo il racconto del fatto, il discorso si allarga al tema dell’iconoclastia e raccoglie le testimonianze di chi ha poi lavorato al restauro dell’opera. Un mini-podcast che sa di perla rara, e che montaggio e sound design rendono una delizia per le orecchie.
9. Una delle cose che più mi appagano dello scrivere una newsletter come questa è che spesso qualcuno mi si avvicina dicendo “se ti è piaciuto x allora forse potresti guardare y!”. (Algoritmo non ci avrai.) Fatto sta che dopo aver dichiarato l’apprezzamento per Komi can’t communicate nello scorso numero, la mia cara collega
mi ha consigliato altri due anime giapponesi: Romantic Killer e Wotakoi. Ho iniziato il primo che non è niente male e, nonostante Komi rimanga per il momento in cima alla lista, sono contenta di avere qualcosa sul genere da guardare quando il momento lo richiede, per cui giro i suggerimenti anche a voi. Grazie Eli!10. Pochi giorni fa
ha condiviso il link a questo canale YouTube, in particolare alla rubrica in cui Imamu prepara le bento boxes (il pranzo da portare al lavoro) per suo marito, e a me è parsa una singolare coincidenza dato che in Romantic Killer il tema è piuttosto sentito - anche se in questo caso è l’hot boy a preparare il pranzo da portare a scuola per la protagonista. Siccome mi piace molto come viene trattato il cibo sia nell’anime che dalla creator giapponese, mi sembrava una bella combo da condividere.Ebbene, grazie per tutte le cose belle che mi avete fatto scoprire. Per questo martedì la carrellata è finita. Spero passerete una simpatica settimana.
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Grazie di nuovo e a presto,
Veronica
Ciao Veronica, sto andando a ritroso nella letture delle tue parole e sto scoprendo cose bellissime. Grazie. Ho ascoltato la puntata di one more time con Roberto Saviano ospite, tra le tante cose di cui parla risponde a Baricco. Al primo ascolto di Wild, avevo pensato cavolo ha ragione Baricco, ora dopo aver sentito la voce di Saviano mi è apparso forte la sedia del privilegio da cui ci parla lo scrittore torinese. Se non c'è per lui l'urgenza allora non si schiera. Ma immagino che nella sua posizione di uomo ricco famoso bianco e occidentale le urgenze siano tutte relative. Non lo so mi ha fatto molto pensare anche la mia duplice reazione e, se ne avrai voglia, sono curiosa di sentire la tua opinione.
Buona serata!