Buongiorno, come state? Voi siete riusciti a schivare l’influenza? Mentre evito di ufficializzare la nuova cadenza di pubblicazione della newsletter sperando di ritornare ai vecchi ritmi, vi ringrazio sempre per la presenza e i feedback. Qui ormai mi sento proprio a casa e spero valga lo stesso per voi. Ma cominciamo.
1. Due weekend fa c’è stato PawChewGo, il Festival dell’illustrazione al BASE di Milano che è uno dei miei appuntamenti preferiti per riempire gli occhi di cose belle e immaginare di quante pareti avrei bisogno per far stare tutto quello che vorrei. Mentre la cartella Instagram si allarga sempre più con i nomi degli artisti che di anno in anno scopro, sono tornata a casa con le opere di Anna e Gaia, due certezze.
2. Ho ricevuto in dono Incantesimi, dell’artista francese BlexBolex (lo stesso di Estate, che mi aveva parecchio scossa), e sono in estasi. Non ho mai posseduto un libro illustrato di una qualità simile, concettuale e materiale. Solo a tenerlo in mano mi sento in soggezione. Tre maghi si risvegliano in una casa abbandonata e ben presto comincia la loro fuga dalla Cacciatrice e il suo compagno Mangiaferro. In un susseguirsi emozionante di tavole, i tre protagonisti creano un mondo in cui rifugiarsi, il “fuori”. Ma non sarà abbastanza per tener lontani i loro nemici. Anche quando tutto sembra arrivare a un dunque, al cospetto del Mago dei maghi, la storia viene stravolta, i personaggi assumono nuove forme e ci lasciano una responsabilità: sforzarci di proteggere l’infanzia, la magia. Un libro che invita ad essere divorato ma allo stesso tempo chiede di essere letto e riletto.
3. Sapete che non consiglio mai niente. Ciò che scrivo qui è semplicemente quello che ho trovato interessante e mi va di condividere, ma Borena - La terra senza pioggia vorrei che lo ascoltassero tutti, perché mi sembra renda quanto mai tangibile il tema del cambiamento climatico. Nessuna teoria o previsione che potremo fingere ci sfiorerà solo da lontano, bensì la realtà di questi giorni, o meglio, degli ultimi sei anni di una terra in cui non piove e le persone - che avevano un lavoro, una vita, una famiglia - lottano ogni giorno per sopravvivere. La voce di Valerio Nicolosi ci porta a Borena, una regione dell’Etiopia, a toccare con mano la siccità, a sentirla, letteralmente, e ci lascia con una nuova (o rinnovata) consapevolezza. Un ascolto che ho trovato bellissimo nella sua drammaticità. Forse è così che suonano le inchieste fatte bene, o le storie di chi ha visto il mondo un po’ più da vicino.
4. Chi ero io per non guardare The Substance? Così ho recuperato. Come mi è stato detto: “va visto”, ed è vero, perché è coraggioso e scioccante, ma sono ancora qui a chiedermi se le immagini abbiano amplificato i messaggi o se in fondo se li siano fagocitati. Sulla trama non c’è molto da dire, ma una cosa mi è piaciuta davvero molto ed è stata l’assoluta mancanza di speranza lasciata alla protagonista: hai fatto una scelta, eccoti le conseguenze, senza eccezioni. (Ah, e ho adorato la scena in cui Demi Moore ritorna in casa prima dell’appuntamento e finisce per devastarsi la faccia col trucco. Una sensazione disturbante e familiare).
5. Dopo anni a consigliarmelo ho visto Il mio amico in fondo al mare (traduzione che ho apprezzato molto di più dell’originale My Octopus Teacher, secondo me freddino rispetto al contenuto) e niente Ale, avevi ragione. È stupendo incredibile geniale. Se vi chiedete cosa mai ci sarà d’interessante in un polpo, Craig Foster vi risponderà: abbastanza da volerci fare amicizia, portare a casa tremila ore di girato (lo dicono in questa puntata di Una storia vera) e vincere un premio Oscar come miglior documentario.
6. Stati Uniti: futuro prossimo. È scoppiata la guerra civile e il Presidente ha le ore contate. Una fotoreporter (Kirsten Dunst), insieme ai suoi colleghi, intraprende un difficile viaggio per arrivare alla Casa Bianca con l’intenzione di immortalare gli ultimi momenti dell’uomo. Civil War, firmato A24, è un film gigantesco, una riflessione necessaria sul ruolo delle immagini per raccontare la Storia e - per chi ha visto il documentario del punto precedente, impossibile non pensarci - sul confine tra partecipazione e testimonianza. Confine che, per chi si occupa di documentare il mondo, assume un valore determinante. (Credo che questo film mi sia piaciuto così tanto anche perché ha riaperto un cassetto speciale di ricordi, degli anni in cui andavo alle mostre della Magnum, studiavo Robert Capa e sognavo di fare della fotografia la mia vita. Strano aver lasciato sopito per tanto tempo tutto questo per poi, nel giro di due ore, sentire riaccendersi l’interesse fino a farmi valutare di aggiustare la mia vecchia Fujifilm).
7. Dopo una settimana a cercarla in ogni dove, ho finalmente ritrovato la mia Moleskine e quindi ho potuto usare il timbro-data acquistato dopo un altrettanto lunga ricerca al Traveler’s Factory di Kyoto (è precisamente questo, ma lì l’ho pagato meno della metà). Non so perché mi dia così soddisfazione, ma girare le rotelle fino alla data corretta e poi stamparla sulla pagina bianca è già diventato un felice rituale prima d’iniziare a scrivere.
8. di Pietro Minto compie 10 anni! Auguri al progetto e congratulazioni all’autore, e un grazie perché traguardi di questo genere sono per forza d’ispirazione.
9. Amo il format di MyArtBroker su TikTok. L’intervistatrice chiede ai passanti: se potessi possedere una qualsiasi opera d’arte al mondo, quale sarebbe e perché? Scopro sempre un sacco di artisti e aneddoti interessanti.
10. Voi conoscete Milanote? Piattaforma super comoda e gratuita per creare moodboard e mappe visive di ogni genere. Si possono inserire chiaramente immagini ma anche link, note di testo, file audio, video, palette colori, creare sottocategorie a partire dal progetto principale (ad esempio, io sto cominciando a creare la mia moodboard per un’ipotetica casa e quindi ho le sottocategorie relative alle singole stanze) e lavorare in condivisione. La sto scoprendo poco alla volta ma mi pare ci sia gran potenziale.
Per oggi è tutto, vi mando un abbraccio caldo, cercate di starmi bene. A presto.
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Veronica