DISTRAZIONI #75
Film belli, Shameless dopo 13 anni, regali di compleanno e la prima gita della stagione.
Ciao! Da quanto tempo. Così tanto che sono arrivati anche un po’ di nuovi iscritti: benvenute belle persone e grazie di essere qui! Come state? In questa ventina di giorni sono stata parecchio e felicemente impegnata, motivo per cui ho dovuto mettere in pausa Distrazioni. Sono stata per la prima volta a Tenerife per un set di un progetto molto simpatico; tornata a casa per il compleanno mio e di mio papà - rispettivamente Pasqua e Pasquetta; finita per la seconda volta dietro le quinte di un palcoscenico come autrice per un evento-show Netflix; infine ho cominciato a cercare un’auto da acquistare, per cui la vignetta in apertura mi sembrava appropriata. Il resto delle cose le troverete in questa e nelle prossime liste, dunque, procediamo.
1. American Fiction è un film godibilissimo con un punto di vista molto interessante sull’essere uno scrittore nero in un’America di bianchi affamati di “autentica letteratura black”. Il protagonista, indignato dal lavoro dei suoi stessi colleghi afroamericani che non fanno che alimentare lo stereotipo, per gioco e provocazione decide di scrivere sotto pseudonimo un becero romanzo di gangster e poliziotti che maltrattano i neri. Ironia della sorte: il libro diventa un bestseller e lo scrittore deve fare i conti con la propria moralità. Il dramma sotto la commedia scorre talmente liscio da farti realizzare solo in seguito quanto è arrivato in profondità.
2. Appena arrivato su Mubi, ho finalmente potuto recuperare Anatomia di una caduta. Sinossi: un uomo cade dalla finestra più alta della baita in cui vive con la famiglia e muore. Il primo ad accorgersi dell’incidente è il figlio ipovedente, di ritorno dalla sua passeggiata nel bosco con il cane. Dato l’Oscar alla sceneggiatura non mi sarei dovuta meravigliare dello sviluppo della trama e della scrittura incredibile dei dialoghi, così realistici e pieni di sfumature da far perdere completamente la concezione di essere di fronte a uno schermo, ma è davvero sorprendente assistere alla complessità delle relazioni di coppia e poi familiari dipanarsi in modo tanto plausibile. È raro anche trovarsi nella posizione dello spettatore che, proprio come i personaggi coinvolti, non sa nulla, e con loro si trova costretto a condividere ipotesi, sfiducia, rancore, disperazione. Spesso è facile provare empatia verso un personaggio invece di un altro, distinguere il bene dal male, tifare per il protagonista di cui sappiamo già la verità, ma qui lo sforzo richiesto è maggiore: abbiamo il privilegio di assistere ad uno spaccato di vita, non abbiamo quello di trarre una semplice conclusione. In fondo, è così che succede nella realtà.
3. Rimaniamo ancora un attimo in tema cinema perché ho ricevuto il Memory di Pollaz con ritratti i personaggi e gli oggetti più simbolici dei film di Wes Anderson e sono in visibilio.
4. A gennaio ero stata con Anna alla mostra di Mattotti, evento che mi aveva abbastanza folgorata e di cui vi avevo scritto qui. Fast forward: scarto il regalo che la mia amica mi ha fatto per il compleanno e scopro che si tratta del libro dell’illustratore con la raccolta dei suoi lavori per la moda, volume che avevo sfogliato, lasciandoci il cuore, nello shop della mostra. Sono molto fortunata, e il libro è un tripudio di ispirazione.
5. Perdonate la carrellatina di doni ma ci tengo particolarmente a condividere la gioia per il mio set di piantine grasse. Ho deciso di costruirne una ogni volta che ho bisogno di un piccolo incoraggiamento e al momento sono a 3. Poteva andare decisamente peggio.
6. Arrivo giusto con 13 anni di ritardo, ma ho finito la prima stagione di Shameless (c’è sia su Netflix che su Prime) e sento di dover esternare il traguardo. Che goduria. Agevolo contenuto di Gaia Sidoni - con cui ho avuto il piacere di lavorare per lo show di cui vi scrivevo sopra - che, coincidenza, proprio qualche giorno fa è arrivata in fondo all’ultima stagione e si è dichiarata soddisfatta. Io sono carichissima per continuare a perdermi nel tunnel di disfunzionalità della famiglia Gallagher.
7. A tutti i fan di Tegamini: una bella intervistona di quelle che piacciono a me, lunghe, rilassate e approfondite. Si parla di quelli che sono i temi cardine del podcast in cui è ospite: lavoro e maternità. La voce di Francesca continua a sembrarmi un’oasi felice e sensata in un mare di squali, peccato per l’audio non di grande qualità, ma ripaga il contenuto.
8. A proposito di creator che continuo ad apprezzare: vogliamo parlare del genere di viaggi mentali di Pierluca Mariti, in arte piuttosto che? Spero diventi un format.
9. Abbiamo inaugurato la primavera con la prima gita in moto della stagione. Da Saronno abbiamo raggiunto Stresa, sul Lago Maggiore, località piena di meraviglie con una quantità sterminata di ville d’altri tempi, hotel (nel Grand Hôtel des Îles Borromées, di cui allego qualche scatto, soggiornò Hemingway), prati all’inglese e fiori surreali. Nel pomeriggio siamo saliti di quota, fino alla cima del Mottarone, che abbiamo trovato ancora un po’ innevato. Panorama affascinante, ma conto di tornarci a stagione avanzata dato che il paesaggio al momento è piuttosto brullo.
10. Infine: non mi ero mai posta veramente il problema di come fossero fatte le insegne dei negozi, ma di certo non avrei immaginato ci fosse ancora qualcuno che le disegnasse a mano. Se non lo conoscete, rifatevi gli occhi con il lavoro di Lillo Loris, grafico artigiano. (Grazie Camillo per la segnalazione).
Siamo arrivati alla fine di questa puntata, spero sia stata piacevole. Voi statemi bene e divertitevi. Buona settimana!
Distrazioni è una newsletter settimanale scritta con grande amore. Se ti è piaciuta puoi lasciarle un cuore ❤️ qui sotto o supportarla con un caffè virtuale ☕ che finirà direttamente nel prossimo libro, biglietto del cinema o ingresso a una mostra. Per riceverla il martedì puoi cliccare qui:
A presto,
Veronica