DISTRAZIONI #66
Nuove tradizioni, serie pazzesche, film divertenti, giochi in scatola, arte and so much more.
Buongiorno! Dopo il riscaldamento della scorsa settimana, eccoci nel mezzo del primo mese di questo 2024. Come state? Mentre cerco di tenere vivi i ricordi belli delle vacanze appena passate e programmo le successive, ho radunato le consuete 10 cose che recentemente mi sono state d’ispirazione. Sarà una densa lista, dunque, diamo il via alle danze.
1. Cominciamo subito con una nuova tradizione: ho comprato un diario “one line a day”. Un taccuino che mi terrà compagnia fino al 2028 - se sono diligente. In pratica ogni pagina presenta il giorno e 5 spazi, ciascuno dei quali va compilato con l’anno corrente. Si parte quindi dalla prima riga del primo gennaio, e man mano che gli anni passano si ricomincia da capo, compilando la seconda riga, la terza, e così via. Alla fine dovrebbe comparire la variegata panoramica di un quinquennio di vita. Avrò sufficiente costanza? Lo scopriremo.
2. Abbiamo visto un film divertente e fatto bene, ispirante e sorprendente, in cui ho apprezzato (devo aggiungere stranamente) Eddie Murphy. S’intitola Dolemite is my name e racconta la vera storia di Rudy Ray Moore, impiegato in un negozio di dischi negli anni 70 con il sogno di sfondare. Con implacabile determinazione, Moore riesce a incidere un disco comico con una serie di storielle - rubate a un senzatetto - con protagonista il suo alter-ego Dolemite, occupandosi personalmente della distribuzione fino a farlo diventare un cult. Non pago, punta a far conoscere il nome di Dolemite su grande schermo e, pur non trovando finanziatori, riesce ad autoprodurre un film nella totale inesperienza ma grazie alla collaborazione di amici e figure dello spettacolo “emergenti” quanto lui. Stavo per scrivervi come va a finire ma magari evito lo spoiler.
3. Ho inaugurato un nuovo anno di serie con Arcane, che ho scoperto essere PAZZESCA. Snobbata pensando fosse poco godibile da me che non ho mai giocato a League of Legends - da cui è tratta - in realtà mi è piaciuta da subito per trama, personaggi, bellezza delle illustrazioni, dell’animazione e per la colonna sonora. Che dire, un grazie ad Andrea che mi ripeteva di guardarla da circa due anni.
4. Sono stata con Anna (autrice della precedente puntata) alla mostra Storie, ritmi, movimenti di Lorenzo Mattotti al Palazzo Giulia di Brescia. Non so come altro dirlo: è stata un’esperienza trasformativa. Non mi capita spesso di sentirmi così coinvolta durante un’esposizione. Era come se le illustrazioni fossero cariche di elettricità. Nonostante siano passati diversi giorni, continuo a chiudere gli occhi e vedere quei colori vibranti, l’immancabile arancione, a sentire la musica degli strumentisti disegnati, vedere i corpi scatenati nella danza. Tra l’altro, di Mattotti avevo fatto cenno in tempi non sospetti per aver illustrato e diretto La famosa invasione degli orsi in Sicilia, di cui alla mostra sono presenti storyboard, tavole e disegni preparatori. Qui c’è un breve riassunto fotografico (non c’è bisogno che dica quanto poco rendano giustizia questi scatti rispetto alle illustrazioni a pastello, ma non sono riuscita a far di meglio).
5. Ho letto Giù nella valle. Le pagine sono finite velocemente, come per un’urgenza (di trovare un filo di speranza? di scoprire se ci fosse una conclusione?) ma è uno di quei libri che si fa sentire in seguito, depositando le domande sul rapporto uomo-ambiente, tra fratelli, rispetto ai due lati di una coppia. Mi ha lasciato addosso un pessimismo di cui non avevo necessariamente bisogno in questo momento (problema mio), d’altra parte mi ha fatto molto riflettere sulla “vita vera” ricercata da Betta e fatta emergere con tanto realismo nel libro. Un concetto che mi è familiare e riesce ad essere allo stesso tempo magnetico e repulsivo.
6. Abbiamo visto Il ragazzo e l’airone. Sebbene non possa annoverarlo tra i miei preferiti dello Studio Ghibli, è stato un bel viaggio nella mente - e vita, di Miyazaki. Forse lo stato febbricitante con cui sono andata al cinema ha aiutato a immergermi meglio nelle atmosfere oniriche del film e a prendere con più rilassatezza le svariate domande che mi sono sorte durante la visione. Forse ha evitato anche di farmi vivere con troppa amarezza il tema del lutto e della sua accettazione.
7. La puntata di One More Time Andrea Delogu, nascere a San Patrignano mi ha spalancato il cuore. È bello, nel mondo in cui viviamo, sapere che ci sono persone disposte a perdonare, a scendere in profondità, a prendersi cura, a emozionarsi mentre parlano di ciò che ritengono importante. Grazie Bidi per questo link.
8. Nuovo gioco in scatola non impegnativo preferito: ITZI. Testato con svariate persone, veloce, divertente in tanti ma anche in due. Si svela una carta con un indizio, ciascuno ha in mano 5 carte con delle lettere: devi essere la più veloce a trovare una parola che risponda all’indizio e che inizi con una delle lettere che hai a disposizione. (Esempio: indizio “un animale con 4 lettere” - se hai la C in mano puoi usarla dicendo “cane”). Chi si libera delle proprie carte-lettera vince.
9. Durante le vacanze a casa dei miei mi è venuta un’insana voglia di provare a giocare a padel. Approfittando di un campo lì vicino, della disponibilità di Andrea e della presenza di uno dei miei nipoti che si è immolato per la causa insieme alla sua ragazza, ho fatto la cosa più vicina a uno sport degli ultimi mesi. Grazie Fede, grazie Arianna, è stato molto divertente e voi molto pazienti. E comunque: che bello fare una cosa per la prima volta.
10. Infine, ho ricevuto The Book - Manuale definitivo per la ricostruzione della civiltà. Nato da una campagna kickstarter, questo libro-monumento contiene una collezione delle invenzioni che hanno fatto la storia dell’umanità, corredate da notevoli illustrazioni. Un oggetto affascinante che mi fa pensare a quei lunghi momenti trascorsi da bambina a sfogliare i volumi dell’enciclopedia, sorprendendomi di quante cose si potessero conoscere e di come avrei voluto saperle tutte. Guardo questo libro e mi dico che non è cambiato poi molto.
Siamo arrivati in fondo, grazie davvero per aver letto fino a qui.
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A presto,
Veronica.