DISTRAZIONI #68
Cinema, musica, letteratura, montagna. Ovvero gran parte delle mie cose preferite.
Ciao! Come state? La fine di gennaio incombe e io mi trovo a pensare - non prima di un anziano sospiro - “quanto passa in fretta il tempo quando ci si diverte”. Mi pare un bene, di solito il primo mese dell’anno è famoso per sembrare eterno.
1. Finalmente è arrivato al cinema Poor Things!. In sintesi e senza spoiler: Bella Baxter, donna suicida, viene riportata in vita da parte di un acclamato e visionario scienziato, ed è così che inizia la sua nuova esistenza. Bella è un personaggio fenomenale. Libera dalle regole della società, affamata di scoperta, indipendente nel giudizio. Bella da paura. Il sentimento durante la proiezione è stato di godimento assoluto, desiderio di non perdermi neanche un centimetro delle immagini che scorrevano come quadri di una fantasia geniale. Una volta uscita dalla sala ho cominciato a chiedermi cos’avessi appena visto. Difficile non innamorarsi del mondo costruito da Lanthimos e interpretato con tanto coraggio da Emma Stone. Ora voglio assolutamente recuperare il libro da cui il film è tratto e, con la colonna sonora in cuffia, comprarmi una decina di vestiti con le maniche a sbuffo.
2. Ispirata da una delle poche persone su Instagram che seguo sempre con piacere, ho acquistato l’ultimo numero di Cineforum e ho sperimentato di nuovo dopo tanto la gioia di leggere recensioni e approfondimenti su carta. Oltre alle pagine dedicate al film di cui sopra si parla di altri appena usciti, alcuni in arrivo e qualche chicca del passato, ma soprattutto vengono citati una serie di titoli correlati che dubito avrei scoperto altrimenti.
3. A metà tra la sfida personale e il piacere di una scrittura inarrivabile, ho finito di leggere Il Passeggero di Cormac McCarthy. È stato difficile, ha richiesto molta concentrazione e parecchie ricerche su Treccani, ma sono arrivata in fondo e ne sono compiaciuta. Show don’t tell, dicevano (un mantra molto usato nel mio lavoro, ovvero: mostra, non raccontare). In questo, tra le altre cose, l’autore è maestro supremo. Nessuna descrizione, nessuna spiegazione. Tanti dialoghi (complessi, intellettuali, scientifici), rigorosamente senza punteggiatura, che portano avanti il racconto e a cui assistiamo come spettatori. Svariati personaggi, che conosciamo solo attraverso le parole che scambiano con il protagonista, Robert Western, uomo tormentato dal proprio passato, sommozzatore di recupero, ricercato. I capitoli si alternano tra le vicissitudini di Western e le allucinazioni vividissime della sorella ormai defunta. Mi ci è voluto un po’ per entrare nel meccanismo della lettura di questo libro (il mio primo dell’autore), ma adesso non vedo l’ora d’imbarcarmi nel secondo volume previsto da McCarthy, Stella Maris, dedicato proprio alla sorella del protagonista. Bonus track: avevo messo il libro in lista dopo questa puntata di Comodino, che ho riascoltato dopo averlo finito. Mi sono trovata ad annuire vigorosamente alle parole di Ludovica Lugli.
4. Ennio è un documentario su Ennio Morricone diretto da Tornatore, che con il Maestro ha condiviso trent’anni di carriera. L’intervista al leggendario compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra si alterna alle testimonianze di musicisti e registi di fama mondiale che hanno avuto il privilegio di conoscerlo o lavorare con lui. Il risultato è un tributo pieno di dignità a un genio dei nostri tempi, un racconto portato in vita dal montaggio perfetto di parole, sequenze cinematografiche e musica che avrei voluto non finisse mai. Se come me pensavate che Morricone fosse inequivocabilmente un compositore di musica da cinema (western), forse rimarrete altrettanto sorpresi dai pregiudizi dell’ambiente accademico nei suoi confronti e dalla quantità di canzoni pop che hanno fatto la storia e alla voce “compositore” presentano il suo nome. La mia visione è stata costellata di “non ci posso credere” e lacrimoni. Ci terrei molto a sapere della vostra.
5. Non so bene cosa sia, ma c’è qualcosa in Komi can’t communicate che crea dipendenza. Questa serie anime tratta dall’omonimo manga ha per protagonista un’affascinante ragazza che soffre di grave ansia sociale e non riesce parlare. La storia si sviluppa intorno al suo ingresso in un liceo privato dove non conosce nessuno ma in cui un suo compagno particolarmente sensibile si rende conto delle difficoltà che l’affliggono e l’aiuta nel suo obiettivo di trovare cento amici. Sarà per il ruolo ben definito (e quindi rassicurante) di ciascun personaggio, delle trovate stilistiche, come la voce fuori campo che funge da didascalia ai pensieri o a certi comportamenti, le esagerazioni che la rendono molto divertente, la pudicizia contraddetta un attimo dopo dalle perversioni degli adolescenti, la cuteness giapponese. Fatto sta che nelle scorse settimane è diventata la nostra serie-comfort per serate con poco tempo e poca voglia di drama.
6. Andrea e io abbiamo dato sfogo al nostro desiderio di ricordi tangibili e ci siamo regalati una Canon Selphy per stampare le foto e fare gli album degli ultimi tre anni. Il processo è terapeutico e le stampe sono di ottima ottima qualità. Noi felici.
7. Dopo aver a lungo riflettuto sul da farsi, ma soprattutto sentendo un’urgenza sempre maggiore di muovermi, ho deciso d’iscrivermi a ciaomondo, piattaforma dalle innumerevoli possibilità dal pilates allo yoga, passando per barre ballet, abs, ma anche tecniche di respirazione e meditazione. Un buon compromesso tra la mia reticenza verso le palestre e la volontà di fare qualcosa che non sia solo fisico. Le lezioni sono online, live, coprono tutto l’arco della giornata e richiedono pochissima attrezzatura (per la maggior parte sostituibile da cose reperibili in casa). Cosa che apprezzo molto: il programma cambia ogni settimana, così si possono provare diverse pratiche e presumibilmente capire quelle che fanno di più al caso nostro.
8. Sabato siamo andati a fare una gita in compagnia e anche questa volta ho re-imparato qualcosa: in montagna (vogliamo dire “così come nella vita”?) gli imprevisti sono dietro l’angolo (letteralmente) e la cosa migliore da fare è prenderne atto e cambiare piano. Nella pratica significa che, pur muniti delle migliori intenzioni e con un sole caldo a favore, le lastre di ghiaccio ci hanno bloccati a metà percorso. Ciao rifugio Buzzi, ci rivediamo con i ramponi ai piedi o per un picnic in primavera (è stato comunque meraviglioso essere circondati da tutta quella neve).
9. Approfitto dei giorni della merla per dedicare questo punto a un Ramen in pieno Sarpi che ci è recentemente molto piaciuto. Riscalda lo stomaco e lo spirito. (Fermatevi a guardare la persona addetta a tirare la pasta a mano, WOW).
10. Dopo tante parole, una sintetica pagina ricca di verità.
Io vi ringrazio come sempre per aver letto fino a qui e mi auguro che passerete una scintillante settimana.
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Veronica