DISTRAZIONI #53
Un guardaroba da rifare, cucinare in luoghi assurdi e la fine di The Office.
Ciao! Come state? Se dovessi definire le ultime due settimane in una parola, userei “sorprendenti”. Ci sono stati due set, festeggiamenti, una notte al pronto soccorso, novità lavorative, poco tempo libero, molto tempo in giro. Insomma è capitato di tutto, nel bene, nel male, e questo ha tenuto alta l’asticella dell’adrenalina - per fortuna, altrimenti credo che sarei collassata. Sperando che la pubblicazione di questa newsletter con oggi torni alla normalità, veniamo alla nostra carrellata di Distrazioni. 🪄
1. Iniziamo con un pensiero fisso, ma talmente fisso che non posso più ignorarlo: il contenuto del mio armadio. Ci dovrei dedicare una puntata, da tanto ci penso e guardo e rimando ogni decisione, ma da qualche parte bisogna pur cominciare. Il mio obiettivo è liberarmi definitivamente di tutto quello che non voglio o non posso più mettere e fare degli acquisti sensati che mi rendano felice. Da quando ho iniziato The Curated Closet ho preso in mano la questione - perché io funziono così, mi sento più legittimata a fare qualcosa se è scritto in un libro - e mettendo via la roba estiva ho colto l’occasione per fare una cernita delle cose che non arriveranno al prossimo anno.
2. Per rimanere in tema, sto studiando a fondo il profilo di Amy Smilovic, fondatrice e direttrice creativa di Tibi. Amo il suo approccio allo styling e la passione che ci mette nel raccontarlo (la sezione The Good Ick del sito è una miniera di spunti e info utili).
3. In Corso S. Gottardo a Milano ha aperto Alylù, negozio di abbigliamento vintage e sartoriale gestito da una carinissima ragazza che è anche l’autrice dei capi fatti a mano. I pezzi sono piuttosto vari in termini di stile per cui può essere un bel punto di partenza per chi si trova come me nella fase di rielaborazione di un guardaroba.
4. Melicka invece ha deciso di scomporre sneakers per farci delle sculture, ad esempio un appartamento per mini alieni:
5. Vi ricordate di quando non potevo vedere The Office? Nel senso che proprio non mi divertiva, non mi appassionava, non potevo sostenere il suo cringe ante-litteram? Ieri sera ho finito la nona e ultima stagione e mi rimangio tutto. Non avrei mai, mai, mai creduto di potermi sentire così male per dover abbandonare la Dunder Mifflin. Mi sento una persona un po’ diversa.
6. Ho terminato il secondo volume di Blackwater, La diga. L’ho trovato perfetto per quelle sere in cui vuoi qualcosa da leggere prima di addormentarti, abbastanza coinvolgente per non farti addormentare, ma non tanto da tenerti sveglia tutta la notte. Una trama interessante, anche se continuo ad avere l’impressione che tutto rimanga un po’ superficiale. Ma magari è perché mancano altri 4 libri.
7. Seguo Gynepraio in modo discontinuo ma da tantissimi anni, per cui è stata una piacevole sorpresa ritrovarla su Substack. In questo numero della sua newsletter inaugura l’abbonamento a pagamento per rendere quello che scrive una fonte di guadagno e io ho apprezzato davvero tanto l’onestà e la lucidità con cui è riuscita a mettere nero su bianco intenzioni, motivazioni e obiettivi. Per chi non è a proprio agio nel farlo, chiedere aiuto è di una difficoltà estrema, per cui le parole di Valeria mi sono sembrate anche di grande ispirazione.
8. Per un lavoro di agenzia sto guardando/riguardando in queste settimane la filmografia di Özpetek. Non ho ancora finito ma al momento nella mia triade del cuore ci sono Le fate ignoranti (il film, la serie non l’ho mai vista), Saturno contro e La finestra di fronte.
9. Diversi anni fa ho visto Julie & Julia, film in cui una ragazza decide di replicare nella sua minuscola (e poco idonea) cucina tutte le ricette del libro della grande chef Julia Child. Da quel momento ho scoperto che mi appassiona molto guardare chi cucina in posti “scomodi”, più o meno estremi. Perché è facile quando sei in una grande e moderna cucina piena di spazio per pentole, ingredienti e lavastoviglie, ma a me fanno impazzire queste situazioni qui.
10. Infine, vedo le facce. Ditemi che anche voi ne vedete ovunque.
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Alla prossima settimana,
Veronica