Ciao! Che settimana. Ore e ore (e ore) di treno, il mare e l’illusione dell’estate ancora lunga, Matera, le maniche corte, Milano grigia e poi col Sole, Saronno con la pioggia, l’autunno ufficialmente arrivato, le elezioni. Le elezioni. Una settimana durata mesi. In questo delirio di movimento e incertezze mi aggrappo a voi e alle nostre condivisioni, sperando ci sia sempre modo di vedere della luce.
Iniziamo:
1. Quest’estate ho avuto la fortuna di andare in pellegrinaggio alla Libreria sopra la penna e, come da consiglio della fondatrice nonché autrice del libro che ne racconta la genesi, ho acquistato Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop. Che sia un capolavoro è assodato, ma ci tenevo a metterlo in cima alla lista perché è una lettura che mi ha fatto bene, mi ha fatta sorridere, emozionare, e mi ha ricordato cosa vuol dire affezionarsi ad una storia. Così, se lo spunto dovesse tornare di beneficio a qualcuno, ne sarei davvero felice. (Ho adorato il Bollettino settimanale della Signora Weems, che in una sorta di diario pubblico aggiorna la comunità delle sue localissime news. Ti sembra di tenerlo in mano, quel pezzo di carta in cui cita vicini di casa e rocambolesche disavventure di vita coniugale. Una tenerezza da spezzare il cuore.)
2. La stessa cara amica che mi ha fatto conoscere Sniff mi ha prestato anche Giorni felici, facendomi scoprire l’universo incredibile di Zuzu. Credo di aver provato tutto lo spettro di emozioni scibili nelle 458 pagine di questa graphic novel a pastelli. Claudia è una creatura che si trasforma sulla scia del proprio sentire, in un alternarsi angosciante di passione e disperazione. La narrazione è frammentata e raggiunge il suo apice nel monologo di Beckett (quel Giorni felici del titolo) che da pezzo di finzione teatrale si mischia all’autobiografia della protagonista. Forse è perché nella storia non succede niente di tanto eccezionale che è così facile riconoscersi nel dramma, o forse, come succede spesso, i libri si fanno trovare nel momento in cui è giusto che li leggiamo.
3. Rimanendo in tema fumetti, ho ascoltato con gran piacere Comics will break your heart, il primo podcast curato da Michele Foschini, co-fondatore di Bao Publishing, che in questa serie intervista 9 dei “suoi” autori.
4. Ho un rapporto controverso con gli audiolibri, ma quando ho messo in cuffia In mezzo al mare. Sette atti comici di Mattia Torre è stata una folgorazione. Le voci di Valerio Aprea, Valerio Mastandrea e Geppi Cucciari leggono una quotidianità vivisezionata, che ti si appiccica addosso come lo schifo ma che può anche far sorridere, perché in fondo vederci lo strazio o l’ironia sta sempre a noi. (Ciao Mattia Torre, a breve guarderemo la prossima stagione di Boris con un immenso magone).
5. Questo quinto punto prevede troppo - Jung, Confucio, Fellini, l’astensione dai pregiudizi, un contesto, delle spiegazioni, una curiosità che da qualche anno mi porto dentro senza mai prendere l’iniziativa di esaurire in autonomia - ma siccome è stata una delle cose belle della settimana vorrei almeno spendere un grazie per il mio direttore creativo che mi ha iniziata alla lettura dell’I Ching. Tornerò a parlarne presto, perché è stata un’esperienza di quelle che innescano una nuova catena di azioni, nel frattempo però lascio qui un video di approccio al tema (per chi fosse neofita come me) e un invito a scrivermi per opinioni, suggerimenti, domande e soprattutto per darmi dei consigli.
6. Qui un pezzo bello e doloroso scritto da una mia talentuosa collega.
7. Passiamo a qualcosa di motivazionale (clic sul post per vedere il carousel intero):
8. L’autunno è la stagione di casa, e io vorrei trasferirmi nella testa di Lirika Matoshi.
9. C’è futuro!
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10. L’ultimo spazio lo dedico a un post che mi ha fatto parecchio pensare. È un equilibrio che ho trovato sempre difficile da gestire, quello tra il silenzio e l’esternazione, e alla fine mi pare che il grande dilemma dei giorni nostri stia tutto qui: to share or not to share.
Per questa volta è tutto, alla prossima settimana.
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A presto,
Veronica