Ciao! Spero stiate bene. Chiedo scusa per le ultime uscite non proprio settimanali, in questo duemilaventiquattro il tempo sembra scorrere diversamente. Come qualcuno mi ha chiesto: non hai mai pensato, se per un martedì non fai in tempo, di pubblicare, chessò, il mercoledì o il giovedì? Sì amici miei, ma è più forte di me. Ho detto martedì e non riesco proprio a concedermi che diventi un altro giorno. Cosa ci dobbiamo fare. Eccoci però oggi con una carrellata fresca di Distrazioni per dare il benvenuto a un mese che, a differenza del precedente, è iniziato molto bene. Buona lettura 🥸
1. I miei colleghi-amici per il compleanno mi avevano regalato i biglietti per il concerto degli Arcade Fire del 2 luglio a Milano. Oltre a voler ribadire CHE SIETE PAZZESCHI E VI VOGLIO UN SACCO BENE, volevo spendere due parole per questo show che è stata un’esperienza mistica. L’unica data italiana inaugurava il tour per il ventennale di Funeral, loro primo album, e si respirava un’atmosfera da evento speciale. La prima parte del live è stata dedicata alla riproduzione integrale del disco di cui sopra, con tanto di abiti da lutto, incenso, composizioni di rose bianche e la sezione femminile degli archi con indosso la veletta. Commovente e meraviglioso. Poi, il sipario. L’aria si è riempita delle note de “Il cielo in una stanza”, è stata letta una poesia, le tende rosse han lasciato spazio alle luci della palla strobo e al cambio d’abito. Sui pezzi storici, le mani al cielo e la voce del pubblico evidentemente han fatto piacere a Win Butler e la divina Régine Chassagne, perché ad un certo punto non la smettevano di sorridere. Avrò per sempre i brividi di fronte alla scena del coro inarrestabile di noi comuni mortali una volta finiti anche gli ultimi inchini: gli strumenti erano già staccati, quindi il gruppo ha cominciato ad accompagnarci con le percussioni per ritardare ancora un po’ l’uscita dal palco.
Le coincidenze mi emozionano sempre, per cui concludo con due motivi extra che hanno reso la serata surreale: non ho un solo video, perché l’iPhone dopo 6 anni mi è deceduto la mattina del concerto, così mi sono vissuta due ore di musica pura e cruda; nonostante l’aria da temporale e i fulmini, neanche il cielo si è azzardato a interrompere lo spettacolo. Il temporale si è abbattuto su di noi esattamente 5 minuti dopo il termine del live. L’ho detto, un’esperienza mistica.
2. Da una passeggiata in centro a Saronno vediamo un manifesto di una tre-serate di musica e street food. Non avendo programmi per il venerdì sera, diciamo: perché no? Senza aspettative ci dirigiamo qualche ora più tardi alla festa, che già sembra molto più strutturata di quanto il posterino facesse presagire. Mangiamo (bene), ci avviciniamo al palco, la seconda band a esibirsi è composta da cinque elementi che hanno superato la mezza età, camicie colorate e un maestoso sassofono rosa vicino al microfono principale (ma avete visto che illustrazione mi è capitata sottomano per l’apertura della newsletter?!). Dalle poche parole durante il sound check capisco trattarsi di un gruppo anglofono, non mi è chiaro come si chiami ma già mi chiedo cosa ci faccia qui. Per tutto il concerto io e Andrea ci guardiamo increduli, suonano da paura. Per farla breve: avevamo appena sentito, gratuitamente e nel contesto di una sagra di paese, The Black Sorrows. Band australiana blues-rock formatasi nel 1983 e che si trovava da queste parti perché in tour europeo. Per dare un’idea della levatura - per chi come me non ne avesse mai sentito parlare - delle canzoni scritte dal frontman polistrumentista Joe Camilleri sono state fatte cover da John Denver e Elvis Costello. Ok, byeeeeee.
3. Ormai la lista di film dello Studio Ghibli che mi restano da guardare è ridotta all’osso, ma ho deciso di affrontare la cosa con diplomazia. Una volta finiti, ricomincerò da capo. Nel frattempo però c’è spazio ancora per la sorpresa, com’è capitato con I sospiri del mio cuore, uscito 29 anni fa (!). Una storia d’amore e d’arte accompagnata dalle note - ma soprattutto dalle parole - di Take me home, country roads (ciao di nuovo, John Denver). Il titolo giusto per lasciarsi andare ad uno stato di dolce nostalgia. (Se avete già visto La ricompensa del gatto, riconoscerete subito la statuina del negozio di antiquariato. Stupendo come sia stato poi sviluppato il personaggio 7 anni più tardi).
4. Sono una ragazza semplice, mi piacciono gli spazi all’aperto dopo il lavoro, qualcosa di fresco nel bicchiere e di buono da mangiare*. Grazie quindi Fede di avermi fatto scoprire il Casello San Cristoforo a Milano (qui qualche notizia in più sul luogo), penso sia già nella mia top 10 dei luoghi del cuore per l’estate in città.
*Noi abbiamo trovato l’ottimo street food di El Caminante, con le sue arepas.
5. Per la rubrica giretti, sono stata per la prima volta a San Pellegrino Terme e al vicino borgo di Cornello dei Tasso (medievale, raggiungibile solo a piedi - ma son 5 minuti di camminata - deve il suo nome alla famiglia Tasso, proprio quella del poeta Torquato.) Che dire, siamo in un paese meraviglioso (anche se scrivo con questa in testa) e qui c’è un riassuntino fotografico della gita.
6. La domenica non è mai una giornata del tutto priva di sconforto per me. Sarà che l’associo alla fine della festa, alle preoccupazioni pre-inizio, sarà che mi viene semplicemente malinconia. Ma devo dire che fare un album di fotografie in un pomeriggio di tempo incerto ha reso tutto più tollerabile - perfino piacevole. (All’inizio dell’anno abbiamo comprato una Canon Selphy e le foto le stampiamo direttamente a casa; l’album, se dovesse servire, è questo).
7. Non credo di dover arrivare io a linkare l’ultimo video di Scienza Brutta ma Quello che non volevi sapere sul capodoglio è talmente incredibile che doveva per forza finire in questa lista.
8. Ho citato diverse volte
per i suoi Link Molto Belli, ma non l’avevo ancora fatto per Screenshot, il recente podcast del venerdì. Pillole brevi ma esaustive sulle “cose dei nostri schermi”. Se non conoscete, consiglio molto.9. Sto leggendo Il Gattopardo (ci sono più classici che vita, questa è la scusa per il mio ritardo) e non avevo idea potesse essere così appassionante. Adoro l’ironia velata ma soprattutto i momenti di sconforto cosmico del Principe di Salina:
Dalla Madre Chiesa vicina giungevano tetri i rintocchi di un “mortorio”. “Beato lui” pensò il Principe mentre si passava la lozione sulle basette. “Beato lui, se ne strafotte ora di figlie, doti e carriere politiche.” Questa effimera identificazione con un defunto ignoto fu sufficiente a calmarlo. “Finché c’è morte c’è speranza” pensò; poi si trovò ridicolo per essersi posto in un tale stato di depressione perché sua figlia voleva sposarsi. “Ce sont leurs affaires, après tout” pensò in francese come faceva quando le sue cogitazioni si sforzavano di essere sbarazzine. Si sedette su una poltrona e si appisolò.
10. Infine, in attesa della terza stagione di The Bear, una Ayo Edibiri che doppia Invidia in Inside Out 2.
Bonus track: è andata a buon fine la mia richiesta per il programma di Amazon Affiliate (che mi permetterà di guadagnare una piccola piccola percentuale sugli acquisti in piattaforma che farete a partire da questa newsletter). Ecco, per il Prime Day, se non ho sbagliato niente, qui dovreste trovare un link per 3 mesi gratuiti di Audible (solo se avete già un’iscrizione ad Amazon Prime). Io ero cliente prima di passare a Storytel, dopodiché sono tornata esclusivamente alla carta ma il mondo degli audiolibri continua a sembrarmi molto interessante. Bè, spero sarà utile a qualcuno! Fatemi sapere, se ne usufruite, come vi trovate.
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A presto,
Veronica