Ciao! Come state? Prima di tutto: buon inizio giugno. Mentre io sogno di essere al posto della beata pecora qui sopra, vi lascio alla lista della settimana. Buona lettura.
1. La gioia che mi danno festival e mercatini di persone brave e appassionate è ormai una certezza. Ma a volte fanno anche di più, regalandomi un’energia che riesce a motivarmi. Credo sia per gran parte merito di Inchiostro Festival se in una domenica sera piovosa e con un nodo allo stomaco mi sono messa a scrivere queste righe. Nella cornice del chiostro (sarà venuto prima il naming “inchiostro” o la location del chiostro?) di Piazza di Santa Maria del Castello ad Alessandria, illustratori, calligrafi e stampatori hanno esposto, venduto, chiacchierato e fatto workshop di una bellezza insensata. Se siete interessati a questo tipo di eventi vale davvero la pena tenerlo in considerazione per una gita.
2. Da Inchiostro sono tornata con un nuovo e bellissimo albo illustrato. S’intitola Tram! ed è un poetico racconto della vita di questo mezzo cittadino che passa le giornate a sferragliare, ospitando le storie di chi ci sale a bordo. Qui una diapositiva della dedica con un distinto coccodrillo:
3. Finiamo con la carrellata sulla carta perché mi sono accorta di non aver ancora parlato di PIGEON! Unico acquisto fatto al V&A di Londra per me, ma che in fondo è destinato agli altri 😇 Si tratta di carta da lettere ispirata agli origami, per cui con poche pieghe diventa anche una busta pronta per essere spedita. Forse che ripeteremo l’esperienza di Distrazioni Swap? Pensiamoci.
4. “Mi piace quando le persone sanno abitare lo spazio che occupano.” Oh sì, come suona familiare. Colpita dalla riflessione nella newsletter di Martina, in cui mi rivedo molto, ho messo in lista il libro che l’ha fatta nascere, Chi dice e chi tace.
5. La scena è questa: siamo a Camden Town, ci fermiamo un momento di fronte alla statua minuta di Amy Winehouse, una signora si avvicina alla scultura, la abbraccia dolcemente posandole la testa sulla spalla, un instante dopo la guarda con tutt’altra espressione e le sputa in faccia. Sono rimasta talmente sorpresa da non riuscire neanche a elaborare che fosse successo sul serio. Fast forward: un mese dopo sto scorrendo i titoli di Prime in cerca di qualcosa e m’imbatto in Amy, documentario di A24 del 2015 (vincitore tra l’altro di un Oscar). Mi torna in mente l’accaduto a Londra e penso di doverne sapere di più sulla vita di questa cantante di cui ricordo perfettamente le immagini sempre più struggenti della stampa dell’epoca, ma che mi è anche così estranea. Sono giorni che penso a quello che ho visto nelle due ore abbondanti di footage originale, amatoriale, intimo. Mi hanno invaso la tenerezza e il senso di colpa, come se potessi sentire sulla mia pelle la crudeltà dei media, le “mancanze” di due genitori che non hanno saputo proteggere la loro figlia, la tossicità di un amore. Avevamo la possibilità di goderci il talento di un genio, l’abbiamo lasciato andare. Forse è un pensiero tanto banale a rendermi questa storia ancora più insopportabile.
6. Ci sono film che col senno di poi è necessario definire drammatici, ma sono vestiti di una delicatezza e di una dignità che rendono tutto più tollerabile, perfino romantico. Questo per dire che Le ricette della signora Toku è una pellicola talmente placida da risultare insospettabilmente triste, e per questo l’ho molto apprezzata. La vicenda si svolge perlopiù in una minuscola bottega giapponese di dorayaki circondata dagli alberi di ciliegio. Il gestore ci lavora per ripagare un debito a vita e accetta ben poca compagnia. Di punto in bianco una signora anziana chiede di lavorare per lui, proponendosi di aiutarlo a migliorare la marmellata di fagioli rossi, cosa che in effetti gli svolterà le vendite. Ma l’anziana cuoca ha un passato ancora visibile che ritornerà a renderle la vita difficile. Insieme al protagonista Sentaro e a un’affettuosa adolescente, i tre formeranno un’insolita amicizia fatta di pochissime parole. Molto affascinante.
7. Elton John è uno dei miei artisti preferiti di sempre, ma non ho mai considerato davvero la figura di Bernie Taupin, paroliere che con il sopracitato Sir ha collaborato per più di 30 anni e che solo di recente mi ha suscitato interesse dato che è diventato la nuova ossessione del mio amico Ale. Voi lo sapevate che sono suoi i testi di Tiny Dancer, Rocket Man, Candle in the Wind e Your Song, tra le altre?! Bè, ecco un documentario del ‘91 in cui il frontman e il poeta raccontano del loro processo creativo (non a caso intitolato Two Rooms, dato che i due lavoravano separatamente), intervallato da una bella quantità d’interventi di musicisti che hanno fatto la storia e spezzoni dei live. Un po’ un dietro le quinte di Rocketman.
8. Ho finito di guardare la mini-serie Ripley. Non so se sia normale, ma una delle cose che più mi ha colpita è la capacità di Tom Ripley di godersi la bellezza a cavallo tra i momenti più tragici o carichi di tensione. Voglio dire, crimini a parte, sarebbe bello riuscire a vivere così, momento per momento. Ad ogni modo, la scrittura è stupenda, ogni scena è un quadro (quant’è meravigliosa l’Italia?! Lo dico con e senza ironia), Andrew Scott divino e ho trovato pure perfetto il finale. Solo, dopo tutta l’ansia credo di aver bisogno di cento video di Labrador scodinzolanti.
9. Ah, a proposito di ansia (ma di tutt’altro tipo): siamo pronti?
10. Per concludere, Andrea ha avuto la grande idea di mettere in tv Inside Out ieri sera. Mai un rewatch fu più azzeccato.
Per oggi è tutto! Vi auguro una buona settimana. La prossima non sono sicura riuscirò a pubblicare causa weekend a spasso, ma sapete dove trovarmi.
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A presto,
Veronica
Che belle queste distrazioni!