Ciao! Spero che la settimana sia iniziata bene. Io ho freddo quindi sono tendenzialmente triste, ma domenica volo a Londra per cui almeno ha un senso non aver messo via i maglioni di lana. Proprio a causa del viaggetto non credo riuscirò a far uscire Distrazioni martedì prossimo, ma proverò a farmi viva su Instagram. Per il momento: via alla carrellata!
1. È destabilizzante cominciare a leggere qualcosa per caso e poi realizzare che dentro ci puoi trovare un pezzo di te. Non intendo provare empatia o familiarità con la protagonista, quanto vivere una situazione che, vignetta dopo vignetta, si trova descritta nel fumetto che tieni in mano. Odio l’estate, di Kalina Muhova, contiene molta dolcezza e ironia. Due strumenti con i quali l’autrice riesce a maneggiare materie autobiografiche delicate come la depressione, la malattia, la distanza da casa, il rapporto con la famiglia. Ho sempre ammirato la capacità di rendere semplice e chiara la complessità delle emozioni, lo svolgimento incasinato dei fatti. M’infonde sicurezza. Forse una delle svariate ragioni per cui ho tanto amato questo libro.
2. Di solito passo metà della mia settimana a Milano per lavoro. Venerdì ho avuto una giornata libera e la design week chiamava a gran voce, ma non ero così entusiasta all’idea di tornare in città. È stato fantastico scoprire che Alcova aveva deciso di portare il fuorisalone direttamente fuori città, più precisamente a Varedo, occupando due ville storiche come location dell’esposizione. Volendo fare le cose con calma sono riuscita a visitare solo Villa Bagatti Valsecchi, e quanta meraviglia. Ma forse una delle mie cose preferite è stata girare per le strade del comune brianzolo: surreale vederle gremite di gente da tutto il mondo. Era una bella giornata, una delle poche vagamente calde dell’ultimo periodo, ma quell’immagine delle persone sedute in canottiera a bere spritz al bar alle quattro del pomeriggio solo i turisti in Italia me la possono offrire, e mi fa sempre molto sorridere.
Qui riassuntino poco esaustivo ma carico di splendore:
3. Non sono mai stata troppo fan dei personaggi allucinati, la narrazione che si perde tra sogni e fumi dell’alcol, ma McGlue, protagonista dell’omonimo romanzo di Ottessa Moshfegh, è indubbiamente troppo interessante per poterlo trattare come un semplice marinaio offuscato dal rum.
Rinchiuso nella stiva della nave su cui lavorava, chiede cosa sia successo. Gli rispondono che ha ucciso il suo migliore amico.
Armati di pazienza, seguiremo lo sciagurato nel suo viaggio: dalla clausura in mare passerà a quella di una prigione, navigando senza sosta tra ricordi vicini e lontani, la memoria poco a poco schiarita.
Ieri notte la mia cella era due metri per tre e tre di altezza e stamattina è un metro per due e due di altezza.
Prendo per metafora le parole di McGlue: non potrei descrivere meglio la sensazione di asfissia che ho provato per tutta la durata di questa affascinante lettura.
4. Nello scorso numero di Distrazioni ho scritto di Suzume, così un mio collega mi ha consigliato Weathering with you, dello stesso regista, ma di tre anni precedente. Che bella scoperta, grazie Simo! In effetti ci sono diversi elementi che li accomunano (primo fra tutti il tema climatico), ma ho trovato la trama di questo film più avvincente. In una Tokyo afflitta da piogge incessanti, Hina sembra rappresentare la salvezza: lei riesce a portare il sereno. Insieme al protagonista Hodaka, che le consiglia di sfruttare questo suo talento per renderlo un lavoro, permetterà agli abitanti della metropoli di vivere una tregua dal maltempo. Ma a che prezzo?
5. Se volete un Taika Waititi nei panni di un affascinante e scapestrato giovane padre, su Mubi c’è Boy (da lui anche scritto e diretto). Siamo nel 1984, Boy è un ragazzino di undici anni pieno di responsabilità da conciliare con il suo essere quasi adolescente. In un paese sperduto della Nuova Zelanda, orfano di madre, vive col fratellino Rocky e una serie di altri bambini che vediamo dipendere da lui mentre la nonna è assente a causa di un funerale che la terrà occupata per una settimana - ossia tutto il tempo del film. La placida vita della famiglia viene scossa dall’arrivo del mitico padre, che si rivelerà ben presto per quello che è. Film perfetto per una domenica pomeriggio nuvolosa e con la temperatura ancora troppo bassa per sentire l’urgenza di uscire.
6. Come ho letto da qualche parte (perdonatemi non ricordo la fonte) “il Post fa il Post” e se ne esce con Sigmund, un podcast che si propone di spiegare il vasto mondo della psicologia. Conduce Daniela Collu, in arte stazzitta, che ogni settimana ospita un/a professionista per dialogare di cose piuttosto interessanti, come la terapia, il funzionamento della nostra mente, i disturbi mentali, la depressione e il narcisismo (mancano tre puntate alla fine della stagione). Super felice di questo ascolto.
7. Ho finalmente piantato dei semini di Vango anch’io che mi sono arrivati in dono per il compleanno (grazie Annina del mio cuor). Pregate con me che la pioggia non li abbia annegati. Nel frattempo procedo con le piantine finte, che danno comunque una grande soddisfazione.
8. In visibilio per Jane Asher’s Fancy Dress: un libro anni 80 di costumi per party in maschera completo di istruzioni per realizzarli.
9. Conoscevo haricot vert “solo” per i suoi gioiellini di picto-charm ma ieri Instagram mi ha proposto la sua mini print vending machine e ora ne vorrei una in ogni angolo.
10. Infine, credo di aver bisogno di assorbire l’attitudine di questa t-shirt.
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A presto,
Veronica