Ciao! Come state? Qui si cerca di prendere con filosofia i coriandoli che arrivano dal piano superiore ma la verità è che ho passato qualche giorno a urlare interiormente, come se la cosa potesse contribuire a tornare a farmi respirare - questo letteralmente. Da brava organizzatrice delle feste mi ritaglio questo spazio per dire grazie a chi ha deciso di partecipare al primo DISTRAZIONI SWAP. SIETE UN PUBBLICO STUPENDO! SU LE MANI! In secondo luogo, ricordo che avete fino a stasera per decidere di unirvi a noi. Daidaidai. Le regole sono molto semplici: rispondete a questa mail con nome, cognome e indirizzo, e domani vi scriverò il destinatario della vostra lista di 10 Distrazioni. Dovrete poi spedirla entro martedì 5 marzo e tamburellare le dita in attesa che arrivi la busta destinata a voi. ✉️ Bene, si parte.
1. Al contrario della sensazione provata per Persone normali (perché mi è piaciuto ma non abbastanza? Perché non capisco il potenziale di questo libro osannato dalla sua uscita? In sostanza: forse mi sfugge qualcosa?), mi sono molto goduta Conversations with friends (Parlarne tra amici) e così ho l’anima in pace. Del libro mi ha affascinato proprio la parte annunciata dal titolo: le conversazioni - brevi, intense, intelligenti - tra i personaggi, i cui confini di amicizia diventano presto piuttosto flessibili. Finirlo mi ha lasciato quello smarrimento che si prova dopo aver conosciuto piuttosto bene alcune persone che improvvisamente smettono di far parte della nostra vita. Cioè: ok, ho capito che il libro si conclude così, ma mentre sono qui a scrivere che fanno Nick e Frances, Bobbi, Melissa?
2. Proseguiamo con i fumetti acquistati al Festival di microeditoria di qualche settimana fa, più precisamente al banchetto di Inuit, libreria indipendente bolognese che spero prima o poi di visitare di persona. Questa è la volta di Skip, dell’autrice americana Molly Mendoza. La storia è carina, non rivoluzionaria, ma ciò che mi ha fatto tremare le mani sono state le illustrazioni, i loro colori. In uno scenario post-apocalittico, l’amicizia improvvisa tra Bloom e Gloopy attraversa mondi, raccontati visivamente da forme e tonalità diverse che sono una poesia per gli occhi. E come ogni poesia che si rispetti, immagino ci tornerò più e più volte per nuova ispirazione.
3. Mentre ascoltavo Due volte che sono morto, serie podcast scritta e raccontata da Paolo Nori, una domanda si faceva ricorrente: perché? Intendo dire perché scegliermi proprio il racconto di due incidenti semi-mortali da ascoltare così, in convalescenza, tra le 3 e le 6 del mattino? Fatto sta che le voci dell’autore e di chi ha portato la propria testimonianza rispetto agli eventi sono state una culla. Non me l’ero mai chiesto, cosa succede quando uno riporta ustioni sul 30% del proprio corpo, o con che tipo di atteggiamento si può affrontare la vita dopo che la stampa ha diffuso la notizia della tua morte (quasi morte), in generale non avevo mai ascoltato Paolo Nori parlare per così tanto ed è stata un piacere quella sua esasperata cadenza cantilenante con la quale raccontava di Russia e ricordi di famiglia e faceva considerazioni sull’essere buoni.
4. Su Netflix è appena approdata La Favorita e allora ne ho approfittato. Siamo nel 1708 - e qui abbiamo perso tutti gli hater dei film in costume - la Gran Bretagna è in guerra con la Francia e la regina Anna ha preoccupazioni più grandi, come le sue relazioni clandestine, la salute e la cura dei conigli. 17, come i figli che ha perso. Sua Maestà si trova al vertice di un triangolo al femminile assetato di potere e sensualità, reso irresistibile dai dialoghi acidissimi, deliziosi.
- Tutta questa gentilezza potrebbe nuocerti.
- Mi è già stato detto.
- Quindi sei anche stupida.
Ma anche:
- Pensate davvero di aver vinto?
- Io so solo che la vostra carrozza andrà via e la mia domestica salirà con una cosa chiamata ananas.
E comunque che voglia di fare una bacheca Pinterest case che non avrò mai e cercare mobilio e carta da parati ispirati a quel tripudio visivo che è il film di Lanthimos.
5.
ha lasciato un cuore sullo scorso numero di Distrazioni e io, che non so per quale assurdo motivo non la conoscevo, ho scoperto così una nuova newsletter preferita. Illustrazione, antropologia, animali pazzeschi, fumetti e podcast raccontati con una scrittura che mi ha fatto ripetere un po’ ossessivamente ne voglio ancora. Fortunatamente ha un archivio con anno d’inizio 2019, quindi per il momento posso continuare con gli arretrati.6. Proprio in uno dei vecchi numeri della newsletter di cui sopra mi sono imbattuta nel podcast Ephemeral. La lista degli episodi è lunga e molto variegata, e trovandomi nuovamente in quella situazione di sveglia alle 5 del mattino senza molta energia per alzarmi, ho premuto play su Exploration, giusto perché m’ispirava il titolo, scoprendo poi che per protagonista aveva Erlin Kagge, esploratore (e molto altro) norvegese. Insieme a Børge Ousland ha raggiunto il Polo Nord senza alcun supporto nel 1990 (cioè hanno viaggiato per 800 km sugli sci tirando le provviste su una slitta), poi si è avventurato in solitaria fino al Polo Sud senza contatti radio (1993) e l’anno successivo ha raggiunto la cima dell’Everest. Così è diventata la prima persona a completare la Three Poles Challenge. Dopo il primo episodio rivelatore ho ascoltato la seconda parte, Walking and silence, dove Kagge racconta proprio ciò che suggerisce il titolo. E dato che ha camminato per 50 giorni nel bianco senza dire una parola, per me è una fonte piuttosto autorevole. (Grazie al cielo ha scritto dei libri sulle sue esperienze incredibili, prima o poi ci torneremo di sicuro).
7. Freddie (Frédérique, Yeon-hee alla nascita) è una venticinquenne francese. Adottata ancora in fasce da una famiglia di Parigi, si reca per la prima volta a Seoul e decide inaspettatamente di mettersi sulle tracce dei suoi genitori biologici. Magnetica e imprevedibile, la protagonista sembra mossa dalla necessità di generare il caos nelle vite di chi le si avvicina. D’altra parte, e sotto la sua apparente impenetrabilità, fa molto male sentirle chiedersi a ogni compleanno se sua madre abbia mai pensato a lei. Come al solito su Mubi, Ritorno a Seoul è solo in lingua originale (sottotitolata) e in questo caso è particolarmente bello seguire il film così, perché la difficoltà di comunicazione è un tratto fondamentale e passa anche per le continue traduzioni dei personaggi dal francese al coreano, dal coreano all’inglese. (Tra le altre cose, trovo abbastanza impressionante il fatto che l’attrice, con questo suo meraviglioso esordio, non sia in realtà un’attrice ma una scultrice coreana che vive in Francia).
8. Il piacere che provo nel guardare le altrui librerie è paragonabile a quello di acquistare direttamente dei libri per me. Intendo dire IMMENSO. Grazie Francesco Costa, ci sono voluti solo centomila iscritti ma alla fine ce l’hai fatto il tour. ❤️🩹
9. Abbiamo finito di guardare la prima stagione di Fargo e non so come mi sia venuto in mente che questo fosse proprio un momento buono per recuperare finalmente Sanpa, la docu-serie in cinque puntate dedicate alla comunità di San Patrignano. Difficile staccare lo sguardo, difficile seguire la vicenda che assume proporzioni esagerate. Più che mettere in fila i pensieri, sono nel momento in cui non smettono di sorgermi domande.
10. Per concludere, era da tanto che non vi condividevo una miniatura. Va’ che bellezza queste stanze d’artista. (Nel carousel al link le vedete una per una).
Prima di salutarci, ultime info di servizio: la newsletter si prende una settimana di pausa per cui ci rivediamo il 5 marzo (esatto, proprio il termine ultimo per inviare la vostra letterina di DISTRAZIONI SWAP!). Per chi partecipa allo scambio, come anticipato, entro domani sera vi arriverà una mail con il vostro destinatario. Siete carichi? Io parecchio. Ecco, ora mi sembra proprio tutto. State bene e godevi le giornate che cominciano ad allungarsi. (Ho scoperto che anche Paolo Nori dice “state bene”, grande).
Distrazioni è una newsletter settimanale scritta con grande amore. Se ti è piaciuta puoi lasciarle un cuore ❤️ qui sotto o supportarla con un caffè virtuale ☕ che finirà direttamente nel prossimo libro, biglietto del cinema o ingresso a una mostra. Per riceverla il martedì puoi cliccare qui:
A presto,
Veronica
Beh, intanto grazie proprio di cuore. Una delle cose che mi piace di substack (per lo meno come lo uso io, le newsletter performanti dei technobros le lasciano ai technobros) è che c'è ancora lo spazio per una cosa che - senza nessun passatismo - mi ricorda un po' lo spirito dell'internet di qualche tempo fa, in cui ti imbattevi in persone che parlavano con genuina passione di cose che interessavano loro semplicemente perché è stimolante parlarne con altri e ne escono fuori cose inedite. Recuperare un po' dell spirito serendipico, ecco.