Ciao! Come state? Questo numero contiene diverse cose a cui tengo molto, per cui potrei essermi dilungata in alcuni punti. Spero non vi dispiacerà, spero ci troverete qualcosa di utile o interessante. Colgo anche l’occasione per dirvi che Distrazioni si prende una settimana di pausa, nel frattempo buona lettura. 🛸
1. Venerdì è uscita la nuova serie di Zerocalcare Questo mondo non mi renderà cattivo. Sono emozionata come quando finalmente puoi rivelare un segreto di qualcun altro ma che hai custodito come fosse tuo, felice di poter finalmente vedere l’effetto che farà sulle persone e di poterne parlare con gli amici. Sono mesi che siamo al lavoro per la comunicazione e credo sia una delle esperienze più belle fatte negli ultimi anni di agenzia. Conoscere Zerocalcare, avere la possibilità di vederlo all’opera da vicinissimo, produrre dei contenuti con lui, contribuire a creare qualcosa (che non avevo mai fatto prima e che è stato faticoso ma bellissimo pensare, motivo anche dell’assenza di questa newsletter di martedì prossimo) che spero potrò condividere anche qui tra qualche settimana; insomma, aver azzerato i sette gradi di separazione con uno dei miei autori preferiti viventi è un qualcosa che mi riempie di soddisfazione e gratitudine. Ecco allora la prima parte di ciò che abbiamo prodotto: Questo mondo non mi renderà cattivo, o forse sì?, ovvero l’intervista a Zero e Mastandrea, il Vocabolario di Secco, il video con alcuni degli easter egg presenti nella serie, il filtro su TikTok per decretare l’Accollo Supremo e la prima puntata del suo workshop di disegno. Enjoy!
2. Ho ascoltato un podcast che mi ha fatto mettere in pausa tutto il resto. Cuffie, silenzio, lacrime improvvise e laceranti alla seconda puntata. Forse era quello che avevo bisogno di sentire, forse è stato come avere una conferma della legittimità dei miei pensieri. Immersa nel racconto, nei suoni. Sei brevi puntate perfette. Una domanda reiterata in modi diversi, a cui diverse voci han provato a rispondere. Quella della protagonista intenta a chiedersi: is it okay to still have children in the midst of the climate crisis? Expectant, tra fiction e non-fiction, è la storia intima di una trentenne che si chiede come agire, in un contesto di crisi climatica e futuro mai incerto quanto quello che ci troveremo a vivere. Divisa tra la speranza e la disperazione, conscia che ridurre il proprio impatto ambientale non è abbastanza per garantire un’esistenza degna ad un nuovo essere umano, e allo stesso tempo desiderosa di poter offrire tutto quello che il mondo ha di meraviglioso, perché, in fondo, un’inversione di rotta è remota ma possibile. Una perla rara di sensibilità e consapevolezza, che dà forma a quelli che sono i dubbi di tanti e che, se non può dare risposte, almeno ti fa sentire meno sola nelle domande.
3. Scrivo un diario da quando ho 8 anni, fino all’università ho preso appunti a mano e i video di artisti e scrittori che mostrano i loro taccuini sono fonte costante d’ispirazione. (Nel 2017, costretta a casa da un incidente, quei video mi han salvata. Ho iniziato quello che ho chiamato Art Therapy Book e qualche anno più tardi ci ho dedicato anche un post nel blog). Racconto questo sia per continuità con la puntata precedente in cui vi dicevo che carta e dintorni potrebbero popolare sempre più di frequente questo spazio, sia perché ho scoperto una newsletter che mi ha entusiasmata. Si chiama Noted ed è scritta da un’autrice e docente di New York che ha dedicato vent’anni allo studio di quaderni e appunti di personalità rilevanti. Quando ho letto l’approfondimento su Sylvia Plath ho capito che sarebbe diventata un nuovo punto di riferimento sul tema. Ho provato una fitta allo stomaco a guardare le foto dei quaderni dell’autrice (morta suicida a 31 anni) ma anche una sensazione di libertà. La Sylvia giovane disegnava modellini e scriveva delle sue crush, faceva collage per esprimersi sulla politica e incollava foto sul suo diario autobiografico. È l’umanizzazione dell’artista, che da un lato mi sembra violazione della sua intimità, dall’altro accolgo come un regalo incredibile per poterla conoscere e apprezzare e provare a capire sempre di più.
4. Nello spazio di uno sguardo è la vita di Rodney, da quando apre gli occhi sul mondo a quando li chiude bruscamente. Nella sua vita ci sono i genitori, un trasloco, una fidanzata, un figlio, una nipotina, il tutto intercuttato (sì, proprio come un film) dai grandi eventi storici americani. Una vita come tante, forse, e quindi unica come ogni altra. Non mi era mai capitato di trovarmi di fronte a una storia così piena di dolore e bellezza, ma senza parole. Sono le immagini a narrare, il tratto e i colori. Pagine con una scena al centro, silenziosa e potente, mentre brevissime didascalie fanno da àncora per lo spazio e il tempo. Ormai conoscete Anna, è a lei che devo tante delle mie belle scoperte dell’ultimo anno, questa non fa eccezione.
5. Forse vi avevo già scritto di What Happened, Miss Simone?, documentario che racconta della tumultuosa esistenza di Nina Simone attraverso interviste, scene inedite dai suoi live e il toccante intervento di sua figlia. Se non l’avete visto potete iniziare con un assaggio, l’ultima puntata del podcast Fare un fuoco: Sconfiggere la paura con l’aiuto di Nina Simone. In poco più di un quarto d’ora si ripercorre la vita della cantante e attivista, nata come pianista classica e diventata libera come desiderava.
6. Ebbene, dopo 13 giorni dall’uscita, sono finalmente riuscita ad andare al cinema per Spider-Man: Across the Spider-Verse, secondo capitolo della saga iniziata nel 2018. Con il terrore di essere delusa dalle mie stesse aspettative, sono invece uscita dalla sala carica a molla. Non ho letto i fumetti quindi non sono sul pezzo, ma ho trovato che il personaggio di Miguel fosse poco approfondito rispetto agli altri. Forse è tema di episodi successivi? Ad ogni modo, vorrei riguardare questo film altre 7 volte e farmi spiegare frame by frame come hanno fatto a farsi venire in mente delle idee così (di scrittura, di sorpresa, di colore, di mood, di animazione). CHE SPETTACOLO.
7. Questa cosa fatta per Ceres in occasione della finale di Champions ha richiesto attenzione, rapidità (la news sugli sposi è uscita poche settimane fa, poi ci sono stati i contatti, i passaggi col cliente, le approvazioni, la produzione), coraggio. E ciò significa che ho colleghi indubbiamente bravissimi. (❤️)
8. Che meraviglia il signor Bo Åke Adamsson, pittore, scultore e graphic artist svedese che nei suoi video dichiara “mostrerò la mia arte ogni giorno finché non diventerò famoso”. Siamo a mezzo milione di follower, go Bo go!
9. Forse non è ancora davvero estate, ma con tante delle fotografie di Piero Percoco è più facile immaginarla.
10. Infine, non so quale sia la domanda ma la risposta è sicuramente il lavoro a maglia di India Rose Crawford:
Prima di lasciarvi alla musica, vi ringrazio per essere arrivati fino a qui. Se volete supportare il progetto e supportare me che scrivo alimentata da ☕ caffeina ☕ e ricerca, potete farlo attraverso il pulsante qui sotto. Noi ci risentiamo tra un paio di settimane.
Passiamo alle Note a piè di pagina, come sempre a cura del nostro Federico Anelli.
Gil Scott-Heron - New York Is Killing Me (2010)
Quando, nel 2010, Gil Scott-Heron pubblica quello che sarà il suo ultimo album, I’m New Here, sono tredici anni che non fa uscire uno straccio di canzone. Il songwriter-poeta-attivista, che negli anni ’60-’70 è stato un faro per la controcultura afroamericana (probabilmente vi sarà capitato almeno una volta di ascoltare la sua The Revolution Will Not Be Televised, altrimenti potete farlo quando volete… tipo subito!), è piombato in un vortice infernale di dipendenza da cocaina, violenza e soggiorni in galera. I’m New Here segna però un ritorno ispiratissimo, un testamento artistico che non a caso verrà rielaborato nel corso degli anni da gente tipo Jamie xx e Makaya McCraven. Difficile pescare un pezzo in questo mare di bellezza, ma ultimamente l’urban-gospel di New York Is Killing Me mi parla molto e penso possa farlo a chiunque si senta troppo spesso fagocitato dalla propria città. Bunch of doctors coming 'round, they don't know that New York is killing me / Yeah you got eight million people and I didn't have a single friend / Seems like I need to start over and go back home to Jackson, Tennessee / Lord have mercy, mercy on me.
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Alla prossima,
Veronica