Ciao! Come state? Gli ultimi giorni per me sono stati inaspettatamente detox (dalle corse, dai social e più in generale dal mondo). Il weekend lungo a casa dei miei mi ha portata in un’altra dimensione. Arrivando da settimane caotiche mi sono trovata catapultata in un limbo felice di persone familiari, verde, animali, sole, silenzio. Tutto è rallentato di colpo per poi riprendere alla velocità usuale, e io mi sono trovata per la prima volta a mettere insieme questa newsletter di lunedì sera - cosa che credevo impossibile e invece ne è venuta fuori una carrellata speciale. Partiamo!
1. Per darvi un’idea di quello che intendo con “altra dimensione”, ecco un riassuntino fotografico che potrebbe anche favorire l’aumento di serotonina.
2. Dato che per il fine settimana prolungato volevo iniziare un nuovo libro, trovandomi a Salgareda mi è sembrato opportuno dedicarmi ai Sillabari di Goffredo Parise (che proprio nel piccolo Comune del trevigiano ha scritto questo volume). Purtroppo non ho ancora visitato la casa “delle fate” e quella “rossa”, in cui sono sepolte le ceneri dell’autore, ma nell’attesa ho ascoltato la bellissima puntata che Giulia Depentor gli ha dedicato in Camposanto.
3. Nelle interminabili ore in auto di domenica abbiamo ascoltato con piacere questa puntata di Tintoria con Barbascura X. A differenza di altre chiacchierate, qui c’è un bel flusso continuo d’intrattenimento e informazione, ma dato l’ospite forse era inevitabile.
4. Se una delle mie personalità vive in un cottage circondato da fragole e capre, l’altra ha la necessità di stare a casa di RuPaul. Nello specifico, dentro al suo guardaroba.
5. Un video utile in cui Ascani mette insieme un bel po’ d’informazioni sull’Intelligenza Artificiale e sull’annosa questione “ci ruberà il lavoro?".
6. ICYMI (In Case You Missed It) è una newsletter per addetti ai lavori che racconta quello che sta succedendo nel mondo marketing e social media. Io sono iscritta alla versione gratuita: arriva una volta alla settimana, ha un sommario iniziale che ti fa già capire se dentro puoi trovarci qualcosa di utile, ci sono poi un elenco rapido sugli ultimi aggiornamenti relativi alle piattaforme, una sezione di approfondimenti o interviste, e il blocco finale on your radar con altre notizie potenzialmente interessanti.
7. Vi ho già parlato della mia amica Laura (@calligra.fin), ebbene, da quando l’ho vista un paio di settimane fa (e mi ha raccontato dei suoi lavori) mi si è riaccesa quella passione latente per carta e dintorni che mi accompagna da quando ho ricordi. Questo per dire che l’argomento potrebbe diventare tappa fissa per la newsletter, ma anche per fornirvi un contesto alla mia condivisione qui di HighPaperClouds, che da quando la sopracitata talentuosa amica l’ha mostrata in Stories credo sia diventata mia reference primaria in termini di estetica e palette colori. Grazie Laura!
8. Che affascinante questo pezzo dedicato a come gli spazi creativi hanno definito l’arte.
Lo studio, guardando alle sue radici, appare dunque uno spazio dedito alla meraviglia, nel quale si arriva a vivere una sorta di distacco mistico e pressoché totale dalle peripezie del quotidiano e in cui si crea “una nuova religione dell’immagine, costruita sul carico di significati simbolici che l’umanista ha disposto intorno all’oggetto”.
Dallo studiolo all’atelier, passando per le Wunderkammer, l’articolo ripercorre le maggiori tappe dell’evoluzione (e dell’interesse per l’evoluzione) dei luoghi che hanno visto nascere opere. E a proposito di Wunderkammer, forse è arrivato il momento di raccontarvi di un altro progetto.
9. La mia Wunderkammer18! Non ne ho mai scritto, presa dall’ansia da prestazione e da un’inevitabile discontinuità nell’impegno che ci posso dedicare, ma ho una pagina con svariate cosine da indossare fatte con molto amore e infinita ricerca. Se vi va di passare, anche il negozio su Etsy è sempre attivo.
10. Per concludere come abbiamo iniziato: quando la distanza dalla campagna si fa sentire, c’è comunque sempre Julius Roberts che ci può venire in soccorso.
È tutto, se vi è piaciuto quello che avete letto lasciatemi un ❤️ o, se vi va, supportate il progetto con:
Prima di scappare inauguriamo giugno con un pezzone di Federico Anelli per le nostre Note a piè di pagina.
Blaze Foley - You’ll Get Yours Aplenty (1975-1978)
Per farsi un’idea della vita di Blaze Foley, basta partire dal fondo, da quel 1° febbraio dell’89: data che verrà incisa sulla sua lapide, appena quarant’anni dopo quella di nascita. Il musicista texano si trova ad Austin, sua città natale, in una casa nel quartiere di Bouldin Creek. È a terra, morto, con un foro di proiettile nel petto. Gliel’ha fatto Carey January, il figlio del suo amico Concho, dopo che Foley lo ha accusato di aver rubato la pensione di guerra e gli assegni assistenziali del padre. Qualche giorno dopo il funerale, Townes Van Zandt racconterà di essere andato coi suoi musicisti alla tomba dell’amico per dissotterrare il suo corpo: volevano recuperare la ricevuta del banco dei pegni per la chitarra di Van Zandt, che Blaze aveva ancora con sé. Una storia da film, direte voi. E infatti nel 2018, Ethan Hawke dirigerà il biopic Blaze, ma senza che ciò accresca più di tanto la fama di quello che resterà uno dei beautiful loser più leggendari di sempre. Songwriter, poeta, ma soprattutto un vero outlaw della scena country texana (il suo terzo album si intitola Wanted More Dead Than Alive, titolo geniale). Per capirne la musica vi basta questa You’ll Get Yours Aplenty, per capire il musicista, questa frase sempre di Van Zandt: "He's only gone crazy once. Decided to stay."
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Alla prossima settimana,
Veronica