Ciao! Eccoci di nuovo qui, come state? Io sono ancora in ripresa da una settimana bella piena - soprattutto bella. Nel weekend siamo tornati in quel di Treviso a festeggiare il mio compleanno e quello di mio papà ed è stata una botta di energia buona. Famiglia, amici, tantissimo verde, fiori, e un carico di nuovi libri e piantine. Insomma, parecchie Distrazioni, alcune delle quali troverete già in questo numero. Let’s go 🌸
1. Come anticipavo ho ricevuto parecchi libri, il che, oltre a farmi un piacere esagerato, mi ha fatto venire anche un po’ di quell’ansietta tipo “ma quante pagine e quanto poco tempo e come faccio a star dietro alla quantità di roba che vorrei ancora leggere”. A placarmi sono venuti in soccorso i bellissimi e sempre validi Diritti del Lettore di Daniel Pennac, qui nella versione illustrata da Quentin Blake:
2. A proposito di regali meravigliosi, Una stanza tutta mia è già diventato il mio albo illustrato preferito. La protagonista ha una stanza in cui nessuno può entrare senza il suo permesso e, pagina dopo pagina, si trasforma in base alle giornate e al suo umore. Le illustrazioni sono da guardare e riguardare perché i dettagli giocano tra loro, aprono finestre. Vorrei dire parecchie cose su quanto sia incredibile aver ricevuto questo libro in questo momento, ma mi limito a sperare che avrò presto modo di parlarne, perché significa che sarà ora di condividere un nuovo progetto a cui sto lavorando e che ha al centro le case e i loro abitanti.
3. Alla luce della pila di volumi che sto accumulando - e che spesso non riesco a trattenermi dal prestare per poterne parlare con qualcuno, stavo meditando sull’acquisto di un nobilissimo ex libris.
4. Bardo, la cronaca falsa di alcune verità, penso sia una delle cose più folli che ho visto ultimamente. Bello, difficile, egotista, superficiale, umanissimo, soprattutto sorprendente. Uno di quei film che se ti distrai un secondo non sai com’è passato dal deserto a un tram allagato. Che t’infastidisce pure, magari, per tutto il meta e le manie di grandezza, ma mi viene pure da dire chissenefrega perché ogni clip è un’idea, ogni scena è un quadro e tutto scorre in modo tale che hai l’illusione di surfare sul flusso di coscienza di Iñàrritu a cavallo di un Axolotl.
5. [EXPLICIT] Venerdì sera avevamo a disposizione 3+ ore di auto, così ci siamo ascoltati la lunghissima puntata di Tintoria con Rocco Tanica. Una tonnellata di aneddoti sulla scena milanese dagli anni 80 in poi, musica, stand up, libri, Giappone (!), Claudio Bisio, con una conclusione parecchio inaspettata sulla salute mentale dell’ospite - che dopo due ore di leggerezza e grasse risate è stata toccante ma anche essenziale per mettere diverse cose in prospettiva. Un bel viaggione.
6. Ecco due frizzantissime pagine estetiche dedicate a frutta e fiori. Qualcuno si chiederà perché. Ma perché no.
7. Dato che abbiamo iniziato la full immersion nella natura, vorrei condividere l’entusiasmo per questo agriturismo ad Auronzo (BL) in cui siamo stati sabato e dove mi sarei voluta trasferire. Circondato dalle Dolomiti, cagnetto con bastone in bocca ad accoglierci, bufale sornione con baby bufalo, prati a perdita d’occhio, ruscello e bosco. Ah, si mangia da paura ed è praticamente tutto di produzione propria (non il solito menù da baita, ma nemmeno pretenzioso).
8. Stavo pensando di riprodurre tutto quello che ho mangiato da venerdì a domenica in questo formato:
9. Molto carina l’intervista di Conosco un posto a Daria Bignardi sui suoi posti del cuore a Milano.
10. E voi ce l’avete una collega che fa i memini più belli? Lascio qui un contenuto random tra il migliaio di possibili ma è solo per dire che provo davvero ammirazione per chi riesce a sintetizzare e rendere comprensibile la quantità di connessioni richieste per la favolosa fabbricazione dei meme. Cento esplosioni cerebrali a post.
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E ora passiamo al consueto appuntamento con il nostro Federico Anelli e le sue Note a piè di pagina.
Marvin Pontiac - Small Car (1999)
Marvin Pontiac nasce nel 1932 a New York, da padre senegalese e madre ebrea newyorkese. A Detroit diventa un suonatore di armonica, ma la sua vita in strada è fatta più che altro di pochi dollari e molte scazzottate (una, addirittura, col mitico armonicista Little Walter, per una diatriba sulla paternità del loro stile). Finalmente nel ’52 riesce a pubblicare due singoli: entrambi, con la loro fusione di blues e sonorità africane, diventeranno un successo. Peccato, però, che la sua sanità mentale inizierà a vacillare sempre di più, finché un autobus nel ’77 non lo metterà sotto, ponendo fine alla sua leggenda. C’è però un piccolo dettaglio da aggiungere: Marvin Pontiac non è mai esistito. A metterlo al mondo è la mente di John Lurie, geniale sassofonista e fondatore dei The Lounge Lizards, quando nel ’99 decide di pubblicare il primo album solista in cui si cimenta anche nel canto. “The idea of me putting out a record where I sang seemed ostentatious or pretentious”, così preferisce crearsi questa sorta di alter ego e di raccontarne la vita per filo e per segno nel booklet del disco (The Legendary Marvin Pontiac: Greatest Hits), presentato come l’unico lavoro del fantomatico bluesman, naturalmente postumo. E potete fidarvi: la bellezza della musica non è inferiore a quella della storia che gli sta dietro.
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Alla prossima settimana,
Veronica