Ciao! Come state? Mi rendo conto ora dopo 8 mesi dall’inizio di Distrazioni di non essermi mai presentata, dunque colgo quest’occasione per dare un minimo di contesto ai nuovi arrivati dell’ultima settimana, che ringrazio molto di essere qui (a tutti gli amici, skippate pure al punto 1). Mi chiamo Veronica Dal Cortivo, classe 1990, nata a Treviso e attualmente di base a Saronno con il mio compagno Andrea e il nostro gatto arancione, Martino. Di lavoro faccio la copywriter in We Are Social a Milano, nel resto del tempo continuo a scrivere ma faccio anche altre cose che, se mi sono piaciute, di solito trovate da queste parti il martedì. I contatti sono in fondo, mentre qui sotto vi lascio il link alla chat che giuro m’impegnerò a tenere più attiva (però raggiungetemi altrimenti mi tocca parlare da sola).
Bene, cominciamo!
1. Che carina l’idea di minimum fax di far scrivere le “recensioni” Sanremesi a Valerio Scordìa, il fittizio critico musicale protagonista de Le tracce fantasma.
2. We’ve always been distracted parla di noi! O meglio, della paura che la tecnologia con il suo potere distraente ci stia rovinando memoria e capacità di attenzione. Paura che a quanto pare si è manifestata nel corso dei secoli; Petrarca, per dire, nel 1300 sottolineava il pericolo derivato dall’accumulo di libri:
Believe me, this is not nourishing the mind with literature, but killing and burying it with the weight of things.
Credimi, questo non nutre la mente con la letteratura, ma la uccide e la seppellisce con il peso delle cose.
Ci preoccupiamo che la nostra “struttura” cerebrale sia stata modificata dalle interazioni con Google, gli smartphone e i social media, che delegare sempre più a dispositivi esterni abbia ridotto la nostra capacità mnemonica, ma, proprio come accaduto in passato, secondo questo articolo staremmo solo assistendo a una sostituzione dei vecchi regimi di attenzione e memoria con i nuovi. Se oggi perdersi nella lettura è sintomo di una mente sana e attiva, per Petrarca il "lettore vorace" aveva la mente di un tossicodipendente intellettualmente malnutrito e sovrastimolato, stremato da una dieta di testi inconsistenti:
frenzied by so many matters, this mind can no longer taste anything.
Frenetica per così tanti argomenti, questa mente non può più gustarsi niente.
Che tenerezza, Petrarca. Chissà se anche le nostre sono solo paranoie di cui qualcuno sorriderà, tra qualche secolo.
3. A proposito di sovrastimolazione, se non l’avete fatto vi prego di recuperare l’ultimo numero di Link Molto Belli dove Minto, nell’approfondimento colto (eheh), descrive un fenomeno che credo di trovare preoccupante (o è solo una nuova frontiera della nostra attenzione?) - ma che non posso citare perché ancora non ha un nome. Vorrei sapere cosa ne pensate.
4. È il 2016 quando Stefano Liberti s’imbatte nella squadra femminile di calcio di Herat, Afghanistan, e decide di farci un documentario insieme a Mario Poeta. Zanyab e Maryam sono due sorelle, portiere e difensore della squadra. Fanno amicizia con Stefano e Mario, si sentono ogni tanto su Facebook, finché nel 2021 Stefano riceve in un messaggio una richiesta di aiuto: i talebani si sono ripresi l’Afghanistan, le donne sono praticamente costrette alla reclusione. I due italiani si mettono al lavoro per aiutare la squadra di calcio a fuggire dal Paese, e il racconto di quanto avviene è oggetto del bellissimo e prezioso podcast Zaynab. Una calciatrice in fuga dall’Afghanistan. Le storie, in realtà, sono due: la fuga della famiglia di Maryam e Zanyab, e le disavventure di Stefano e Mario con i talebani, narrate in un modo che è quanto più di delicato e sensibile si possa immaginare per un contenuto tanto doloroso sì, ma pieno di vita e speranza. Il trattamento audio ti fa vivere la storia come un film; la musica è di Tommaso Colliva, Calibro 35, e con questo ho detto tutto; le voci delle due sorelle sono doppiate, ma lasciate libere di esprimere l’emozione nei momenti più intensi. Che lavoro impressionante.
5. Accidenti, una news! Proprio oggi inaugura LaScalaTv: lo streaming della Scala, con contenuti live e on demand. L’idea è quella di espandere il pubblico (con biglietti che non dovrebbero superare i 10 euro) e dare possibilità agli affezionati di rivedere spettacoli o fruire di contenuti di approfondimento, sfruttando le telecamere installate durante la pandemia. Nice touch che apprezzo molto: durante gli intervalli verrà ripreso il dietro le quinte del teatro, con un racconto degli attori e degli allestimenti.
6. C’è questa pagina incredibile che celebra il “romanticismo superutilitario” dell’iconica Panda de fero. Enjoy. 🚗
7. I lavori di questo artista m’ipnotizzano e m’inquietano. Forse però m’ipnotizzano di più.
8. È nata Ok Boomer!, la newsletter di Michele Serra per Il Post che intende fare un discorso “sul tempo che passa e sull’idea che ce ne facciamo”. Che poi, non serve neanche arrivare alla soglia dei settanta come l’autore per dover ricorrere a quella stretta passerella tra lo spregio e l’entusiastica accoglienza del presente e di tutto quello che comporta.
9. Continua la rubrica ricette della settimana con il mio primo tentativo di lasagne veg con “ragù” di soia (il giorno dopo sono più buone, come tutte le lasagne) e questi bastoncini di tofu che hanno dato una certa dignità ad uno degli ingredienti meno interessanti di sempre.
10. Stavo per augurarvi una buona festa dell’amore in senso lato quando ho aperto Book of Days al 14 febbraio e ho trovato una foto che mi ha spezzato il cuore e mi ha fatto pensare: eccolo qua, l’augurio più grande di tutti. Un’amicizia come quella di Patti e Robert, che sì è amore, ma anche molto, molto di più. È raro che io consigli qualcosa ma se non avete letto Just Kids, è un libro-pilastro. Magari parleremo più a fondo anche di questo.
Passiamo alla musica con Federico Anelli e le sue Note a piè di pagina.
Piero Ciampi - Te lo faccio vedere chi sono io (1973)
Eccoci, appena ripresi dalla sbornia sanremese. E allora perché non raccontarvi una storia che ha come protagonisti proprio Sanremo e una sbornia? È il 1976 e Piero Ciampi è stato invitato sul palco dell’Ariston per partecipare al Premio Tenco. Chi è Ciampi? L’unico vero punk della musica italiana. Poeta, bohémien, sempre spiantato, la sua (breve) vita sarà un continuo oscillare tra due amori: le donne e l’alcool. Dopo aver rifiutato un paio di volte l’invito del Club Tenco, quell’anno decide finalmente di accettare (sia ben chiaro, con pagamento anticipato di 130.000 lire). Si presenterà sul palco sbronzo marcio regalando una performance memorabile (la trovate anche su YouTube), e ribattendo a uno dei contestatori in platea con l’epica frase: “Se vuoi parlare devi venire qua, io rischio e te no”. Il brano di apertura è Te lo faccio vedere chi sono io (dal suo terzo album Io e te abbiamo perso la bussola), fulgido esempio della poetica tragicomica di Ciampi. Se non lo conoscete, è il momento di innamorarvi di un genio. Ah, se poi vi capita di passare da Livorno, portategli una bottiglia buona al cimitero della Misericordia.
Se ti è piaciuta questa newsletter puoi inoltrarla o, se sei tu la persona a cui è stata inoltrata, iscriverti per riceverla ogni martedì nella tua cassetta di posta digitale.
Pensieri, opinioni e considerazioni sono sempre graditi. Per lasciarmi una traccia del tuo passaggio puoi rispondere a questa mail, scrivermi su Instagram, passarmi a trovare sul blog o mettere un bel like ❤️ Il mio portfolio invece è qui.
Alla prossima settimana,
Veronica